Un caposaldo per le scelte stilistiche

La rivoluzione
de “I Malavoglia”

25 gennaio 2022
«I Malavoglia hanno fatto fiasco, fiasco pieno e completo» scrive Verga all’amico Capuana in una lettera dell’aprile 1881. Il romanzo, concepito come primo di un ciclo che si sarebbe chiamato “ciclo dei vinti”, non trovò accoglienza benevola sia presso la critica che i lettori. Il tempo avrebbe dato ragione a Capuana che rassicurava l’amico sul valore assoluto de I Malavoglia— «il fiasco, in questo caso, lo fa il pubblico e la critica che si ricrederanno presto come accade sempre coi lavori che escono dalla carreggiata». In effetti fino ad allora Verga era letto e amato soprattutto per i romanzi “scapigliati”, storie di passioni travolgenti, personaggi di un mondo da Belle Epoque, contesse russe, artisti senza un soldo, ballerine, marchesi suicidi. A distanza di un secolo la svolta che Verga operò ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati