Intervento di controllo conservativo per la «Salus populi romani»

 Intervento di controllo conservativo per la «Salus populi romani»  QUO-016
21 gennaio 2022

Un intervento di controllo conservativo della Salus populi romani, la venerata icona custodita a Santa Maria Maggiore, è stato eseguito ieri mattina, venerdì 20 gennaio. Ne dà notizia un comunicato diffuso nel pomeriggio dalla stessa basilica papale.

La ricognizione si è svolta alla presenza del cardinale arciprete Stanisław Ryłko, dei rappresentanti del Capitolo dei canonici, del commissario straordinario, monsignor Rolandas Makrickas, e del direttore dei Musei vaticani, Barbara Jatta. Dopo una breve preghiera, l’icona — che da quattro anni è esposta all’interno di una teca climatizzata nella Cappella Paolina — è stata trasferita nei locali della Sala capitolare. La sua collocazione nel contenitore protettivo, progettato per assicurarne la conservazione nel tempo, risale al 28 gennaio 2018, quando, proprio nel giorno della festa della traslazione della Salus populi romani, Papa Francesco celebrò la messa nella basilica liberiana.

L’apertura della teca ha consentito ai tecnici vaticani del Laboratorio restauro dipinti, responsabili del restauro, e dell’Ufficio del conservatore di verificare le ottime condizioni dell’icona. Così, tra la soddisfazione generale, poco dopo l’Angelus, l’immagine mariana è ritornata in esposizione nella Cappella Paolina.

La Salus populi romani, letteralmente «salvezza del popolo romano», è un’icona acheropita che la tradizione attribuisce alla mano di san Luca. Fin dal Medioevo, è stata oggetto di particolare venerazione da parte del popolo dell’Urbe, che si rivolge a lei per scongiurare pericoli e disgrazie.

Esposta in una nicchia sopra l’altare maggiore della Cappella Paolina fatta costruire da Papa Paolo v (Camillo Borghese, 1605-1621), è meta di pellegrinaggio religioso da parte di fedeli e visitatori.

Papa Francesco, che le è molto devoto, non manca mai di farle visita in occasione dei suoi viaggi internazionali.