Il Papa all’Associazione costruttori edili italiani

Troppi morti sul lavoro

 Troppi morti sul lavoro  QUO-015
20 gennaio 2022

Davanti ai «tanti, troppi morti sul lavoro» che continuano a registrarsi in Italia, Papa Francesco torna a ricordare che le vittime «non sono numeri», ma «persone». E poiché «anche i cantieri hanno conosciuto tragedie che non possiamo ignorare», non si può continuare a guardare «alla sicurezza dei luoghi di lavoro come a un costo». Il severo monito è risuonato nel discorso rivolto stamane all’Associazione che rappresenta le imprese italiane operanti nel campo delle costruzioni (Ance). Oltre a quello della sicurezza, il Pontefice ha richiamato i temi dell’etica e della legalità, della responsabilità e della sostenibilità. «Nel settore edilizio — ha detto riguardo all’ultimo di essi — bisogna evitare di sfruttare l’ambiente cooperando a rendere invivibili alcuni territori particolarmente sfruttati».

Il discorso del Papa

 

Il saluto del presidente 

Inclusività e sostenibilità 


I temi del «rispetto dell’ambiente, della vivibilità e fruibilità delle città sono entrati a far parte della cultura, del pensiero e delle azioni dei costruttori edili» anche grazie all’insegnamento del Papa, in particolare con l’enciclica Laudato si’». Lo ha detto il presidente dell’Ance,  Gabriele Buia,  nel saluto rivolto a Francesco all’inizio dell’udienza.

Ricordando i 75 anni dalla fondazione dell’associazione, Buia ha sottolineato che il primo Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) attribuisce «al comparto una responsabilità enorme per riuscire a trasformare l’Italia in un Paese capace di coniugare inclusività, sostenibilità e crescita economica, per assicurare un domani migliore alla nostra terra e ai suoi abitanti». Le città, i borghi, il territorio e tutta la sua rete di collegamento «hanno bisogno di cure». E ai costruttori è «affidato il compito di metterle in atto». Le “malattie” su cui intervenire  sono molte: alcune dovute «al degrado e all’incuria, altre ai cambiamenti climatici». Per Buia, solo se si riuscirà a «rigenerare il Paese materialmente e fisicamente, indirizzandolo verso i principi della sostenibilità», si potrà anche «dare il necessario contributo» alla sua rigenerazione «dal punto di vista sociale e delle relazioni umane».

Un altro tema importante richiamato spesso dal Pontefice è quello del lavoro. Proprio in questi mesi, ha spiegato il presidente, dopo anni di crisi e chiusure di imprese «si stanno aprendo importanti opportunità a decine di migliaia di persone in cerca di occupazione». I cantieri  sono «da sempre un modello di inclusività e di aggregazione di tante professionalità», ha aggiunto, annunciando di aver intrapreso con i ministeri competenti  iniziative dedicate ai rifugiati e al reinserimento degli ex detenuti. Sul tema «dell’inclusione e del lavoro» si è detto certo di poter «intraprendere una proficua collaborazione finalizzata a offrire ai migranti che la Chiesa accoglie e assiste un’opportunità di formazione» e pure occupazionale «attraverso le scuole edili presenti in tutta Italia».

L’edilizia, ha sottolineato ancora, «garantisce un sistema di tutele e di welfare molto avanzato ma poco conosciuto», necessario in quanto «la vita di cantiere è faticosa e impegnativa». I pericoli ai quali il lavoratore «può esporsi quotidianamente non devono mai essere sottovalutati dall’imprenditore fino all’ultimo dei suoi dipendenti». L’attenzione dell’associazione, «insieme a quella delle organizzazioni dei lavoratori, nei confronti della sicurezza sul lavoro è oggi elevatissima, nella consapevolezza che la vita umana è sacra e non sarà mai abbastanza quello che faremo per proteggerla».