Dal libro «Returning To Life After The Storm»

 Dal libro «Returning To Life After The Storm»  QUO-012
17 gennaio 2022

Pubblichiamo, in una nostra  traduzione, il messaggio di Papa Francesco, la prefazione del Rabbino David Wolpe e uno stralcio del libro Returning To Life  After The Storm. Hope And Wisdom From Jewish Sources  (Millburn, New Jersey, Behrman House, 2021) scritto dal Rabbino Abraham Skorka.
 

La resilienza di un’umanità sofferente

Le parole di Papa Francesco

 

Vaticano, 5 giugno 2021

 

Signor Rabbino, Dottor Abraham Skorka, Caro fratello, sono lieto di apprendere che ha scritto un libro sulla pandemia nel quale analizza, a partire dalle fonti dell’ebraismo, i problemi che finora ha causato.

Il covid-19 ci mette tutti in crisi; e da una crisi non si esce soli: o usciamo tutti, o non usciamo. In questo tempo, messaggi da tutti i credi aiutano in risposta alla grande angoscia prodotta da questo flagello.

Questi messaggi ci offriranno valori per la resilienza di una umanità che ha sofferto e soffre tanto; e ci renderanno consapevoli della verità che, da una crisi, non usciamo come eravamo: ne usciamo migliori o peggiori.

Mi auguro che il suo apporto ispiri molti.

Per favore non dimentichi di pregare per me. Io lo faccio per lei. Che il Signore la benedica. Fraternamente,

FRANCESCO
 

Per contribuire a sanare le lacerazioni che travagliano l’epoca moderna

Il dovere etico di non cedere al pessimismo

 

Una nota asserzione rabbinica sostiene che la Torah ha settanta volti. Purtroppo gli esseri umani hanno una visione limitata. La parte della Torah che io vedo e apprezzo a te può apparire opaca, mentre la parte che ai tuoi occhi brilla magari io non la vedo nemmeno.

Specialmente nel mondo moderno, lacerato dalla complessità, abbiamo bisogno di interpreti la cui esperienza permetta loro di vedere varie sfaccettature della nostra tradizione. Che benedizione, dunque, imparare dal Rabbino Abraham Skorka. Rabbino, scienziato, diplomatico privato per il popolo ebraico, uomo cresciuto in un paese benedetto ma tormentato, studioso con una profonda conoscenza di altre tradizioni, padre di famiglia e rabbino di congregazione: la varietà della sua esperienza è notevole e i frutti che produce sono abbondanti e dolci. Il Rabbino Skorka estrae dai nostri testi lezioni sulla pandemia, il futuro degli ebrei e le anime spezzate che portiamo in questo mondo moderno accelerato.

Infine, il Rabbino Skorka è un realista che non cede al pessimismo tanto in voga. Verso la fine del libro scrive che le porte per il ritorno stanno incominciando ad aprirsi. Abbiamo bisogno di questo spirito esuberante per contrastare la disperazione così di moda, che è tanto contagiosa quanto distruttiva. È una benedizione quando si vede un saggio studioso della Torah: Shechalak Michochmato Lireav — «Che ha donato della sua saggezza a quanti onorano Dio». L’autore di questo libro evoca tale benedizione, e il libro è di per se stesso una benedizione.

di David Wolpe
Max Webb Senior Rabbi, Sinai Temple, Los Angeles, CA


 

Leadership tra luci e ombre

Può l’attuale crisi legata al covid-19 eliminare l’egoismo tra quanti detengono grandi poteri nel mondo?

La pandemia ha rivelato molto sulla natura della leadership — che cosa funziona e che cosa no.  Alla sua luce abbiamo potuto facilmente distinguere i leader che sono motivati a servire e fare emergere le qualità migliori della loro gente da quelli le cui politiche sembrano mosse solo dall’ambizione del potere. In alcune nazioni il popolo stesso ha eletto leader che, in tempi di crisi, fanno emergere il peggio, o rivelano il peggio, in noi.

Perché mai scegliamo leader del genere?

Dopo la seconda guerra mondiale questa domanda è stata esaminata da molti pensatori diversi, come Erich Fromm nel suo libro Fuga dalla libertà . Fromm rifletteva: «Siamo stati costretti a riconoscere che in Germania milioni di persone erano ansiose di cedere la loro libertà quanto i loro padri lo erano stati di combattere per conquistarla; che invece di volere la libertà, cercavano modi di evaderne; che altri milioni di persone erano indifferenti e non credevano che valesse la pena di combattere e morire per difendere la libertà».

Ma di fatto sono domande antiche, già presenti nel libro biblico dei Giudici attraverso la storia di Gedeone.

La Bibbia narra come Gedeone respinge la proposta del popolo di diventare suo re, rispondendo che l’unico vero monarca è Dio (cfr. Gdc  8, 22-23). Il popolo voleva rinunciare alla propria libertà. Disse a Gedeone: «Regna su di noi tu e i tuoi discendenti». Ma Gedeone rispose: «Io non regnerò su di voi (…); il Signore regnerà su di voi».

Più avanti leggiamo dell’insaziabile ambizione di Abimèlech, il figlio di Gedeone, che per acquisire potere uccise settanta dei suoi fratellastri. Più avanti ancora troviamo la parabola di Iotam (cfr. Gdc  9, 8-15), che insegna che le persone produttive e feconde non ambiscono al potere, lasciando un vuoto che leader distruttivi tendono a colmare.

Questi passi biblici illustrano l’intero spettro della leadership, dalla grandezza di quanti guidano nel servizio per il bene altrui, a quanti sono contaminati da quella che nell’antica Grecia era nota come hybris : l’arrogante fiducia in sé stessi e l’autolatria. Abbiamo conosciuto troppi leader del genere, specialmente in tempi recenti.

Può l’attuale crisi, con tutta la sua forza devastante che risulta in tante vite distrutte e comunità ferite, servire a eliminare l’egoismo, l’egocentrismo e l’egotismo dalle menti e dai cuori dei nostri leader? È possibile che riemerga una nuova leadership di servizio quando usciremo completamente da questa dirompente tempesta?

Il xx  secolo ha visto l’ascesa di troppi cattivi leader. Egoisti. Arroganti. Pazzi? Figure come Mussolini, Hitler, Stalin, Pol Pot e Idi Amin sapevano come attirare una larga porzione del loro popolo per farsi seguire, ispirandone gli istinti peggiori e causando caos e devastazione. Spesso si consideravano nuovi cesari, destinati a conquistare il mondo e creare nuovi imperi. Gli imperi romano, carolingio e napoleonico servivano loro da modello e ideale.

Ora, nel xxi  secolo, ci sono nuovi canali di dominazione. Per esempio, ci sono multinazionali che possiedono un potere economico molto più grande di tante nazioni o addirittura gruppi di nazioni. Il loro potere fa paura allo stesso modo in cui un tempo lo faceva un regime fascista. I vasti imperi attuali sono spesso costruiti sulla base della supremazia tecnologica piuttosto che sulla conquista militare. Parimenti, le guerre sono diventate tecnologiche, raggiungendo un elevato grado di sofisticazione, e a vincerle sono coloro che possiedono ciò che ad altri manca. Fame, miseria e fanatismo continuano a moltiplicarsi in mezzo a questa nuova realtà, in cui la conoscenza cumulativa di cui ora disponiamo per combattere tutti i nostri mali non sempre viene usata per il bene di tutti.

Ci vuole una pandemia per indurre i leader mondiali a volgere il cuore verso il servizio della loro gente anziché verso la dominazione? Incominceremo a considerare nuovamente nostra responsabilità prenderci cura dei popoli di tutte le nazioni e non solo di noi stessi? Spero che torneremo ad apprezzare la libertà e a eleggere leader che cerchino di sciogliere i legacci di tutte le persone, con ogni mezzo a loro disposizione. Mi domando anche se adesso finalmente vedremo il problema ancora più grande relativo al nostro atteggiamento di dominazione: il bisogno di prenderci cura del pianeta che noi tutti condividiamo. I nostri problemi sono molto più grandi di ciò che un paese da solo può fare.

I rabbini del Talmud conoscevano il tira e molla che c’è in ogni cuore umano tra interesse proprio e interesse della comunità in generale. Dicevano: «Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono? E se non ora, quando?».

Ciò rispecchia ancora una volta l’entrambi/e verità di Maimonide. Possiamo preoccuparci di noi stessi e preoccuparci anche degli altri. Di fatto, ci prendiamo cura di noi stessi prendendoci cura degli altri.

Spero che questo nuovo virus spaventi i nostri leader, facendoli uscire dal loro interesse proprio. E se solo non eleggessimo più leader che fanno appello ai nostri interessi più egoistici! Possa questa crisi aiutarci a guardare a un nuovo tipo di leader, un leader che possegga doti che rispecchiano le nostre qualità migliori.

di Abraham Skorka