10 gennaio 2022
La sanguinosa rivolta e gli incidenti che dal 2 gennaio hanno percorso lo sterminato stato euroasiatico del Kazakhstan, sono costati un numero di morti che non si può, al momento, neppure accertare confrontando fonti indipendenti.
Anche il presidente Kassym-Jomart Tokaiev, che ha rilanciato lunedì mattina le accuse ad una presunta ed occulta «centrale unica» estera, non ha aggiornato più una conta ufficiale arrivata sabato attorno alle 60 persone cadute e valutata ora non inferiore a 160 morti. L’ordine alla polizia era «sparare per uccidere», nel caos che circondava i palazzi istituzionali dopo lo scoppio dell’insurrezione per i rincari di gas e carburante. Così, nel black-out di Internet scattato allo scoppio delle proteste, le notizie sono filtrate all’estero solo tramite ...
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