Donne sempre più nel mirino

Parità di genere unica strada per contrastare le violenze

07 gennaio 2022

«Le donne custodiscono il mondo». Le parole scelte dal Papa per il primo messaggio dell’anno nuovo, con cui ha voluto sottolineare la gravità della violenza sulle donne nel mondo, trovano eco in quelle spese, tante volte, dal Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres secondo cui i conflitti si possono ricomporre, la pace si può realizzare grazie all’impegno delle donne.

Le donne sono abituate a mediare, ad ascoltare, ad aiutare gli altri: «Le madri, le donne — ha aggiunto il Pontefice — guardando con il cuore, riescono a tenere insieme i sogni e la concretezza».

È per questo che è necessario fare loro più spazio nella vita pubblica, consentire loro di raggiungere posti di responsabilità in modo che possano fare sentire la propria voce e contribuire, con i loro sogni e la loro concretezza, a migliorare il mondo. Favorire dunque la parità di genere è anche l’unica vera strada per contrastare la violenza sulle donne.

Gli abusi, le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, i ricatti, i matrimoni precoci, la violenza domestica, ma anche la negazione del diritto all’istruzione, di cui sono vittime tante, troppe, ragazze nel mondo, sono il frutto di una concezione che da sempre mette le donne un gradino più in basso degli uomini, le considera inferiori e dunque quasi una proprietà dell’uomo. È anche per questo che ogni giorno, secondo una stima che racconta un vero e proprio bollettino di guerra, 137 donne nel mondo perdono la vita per mano di un membro della famiglia, che sia padre, fratello, compagno o marito.

E senza arrivare a quelle che, in questa pandemia nascosta che è la violenza sulle donne, hanno perso la vita, i numeri dicono che una donna su 3 in tutto il mondo almeno una volta ha subito violenza fisica o sessuale. Una violenza che non è inevitabile se ci si continua a indignare ogni volta che accade un fatto come quello avvenuto in questi giorni in India, dove una app — chiusa dalle autorità — ha messo in vendita donne musulmane. Perché, incredibile ma vero, esiste anche una “classifica” della violenza sulle donne. Le afghane sono al momento quelle più a rischio, dopo il ritorno al potere dei talebani che di giorno in giorno riducono gli spazi di libertà delle donne in Afghanistan. È di pochi giorni fa il divieto introdotto a viaggiare da sole e l’obbligo di essere accompagnate da un uomo della famiglia. La raccomandazione del “ministero” della Prevenzione del vizio, che prima dello scorso agosto era il ministero delle Donne, invita inoltre gli autisti a non accettare donne sui loro veicoli che non indossino il velo islamico.

E in questa agghiacciante “classifica”, subito dopo le afghane, le donne più a rischio violenza sono quelle musulmane in India. Vittime ormai di attacchi crescenti in tutto il Paese, le donne indiane di fede islamica hanno subito un ennesimo affronto odioso. Molte di loro, giornaliste, studentesse, attiviste, ma anche semplici madri, si sono ritrovate “all’asta” in rete con nomi e cognomi, informazioni dettagliate, e, sotto le foto, la scritta «affare del giorno». E se la misoginia impregna l’estremismo violento e nei territori in conflitto la violenza sulle donne è un’arma di guerra, i pregiudizi di genere resistono ovunque. Ma il cambiamento è possibile.

di Anna Lisa Antonucci