L’intenzione di preghiera nel video mensile del Papa

No a discriminazione e persecuzione religiosa

 No a discriminazione  e persecuzione religiosa  QUO-003
05 gennaio 2022

«Preghiamo perché tutte le persone che subiscono discriminazione e persecuzione religiosa trovino nelle società in cui vivono il riconoscimento e la dignità che nasce dall’essere fratelli e sorelle». È l’intenzione proposta da Francesco per il mese di gennaio 2022, diffusa ieri pomeriggio attraverso il video della Rete mondiale di preghiera del Papa pubblicato sul sito www.thepopevideo.org.

Il video si apre con l’immagine di una parete alla quale è appesa una croce lignea, che viene staccata violentemente da mano anonima. È il segno di tutte le persecuzioni che subiscono i cristiani in varie parti del mondo. Ma in questa situazione si trovano anche molti fedeli di altre religioni, tanto da far avvertire l’urgenza di dedicare l’intenzione di preghiera di questo mese proprio a «discriminazione e persecuzione religiosa». Il Pontefice indica la fraternità come via da seguire, invitando a valorizzare le differenze e a riconoscere innanzitutto la dignità di ciascuno in quanto essere umano.

«Come può essere che attualmente molte minoranze religiose subiscano discriminazioni o persecuzioni?», si chiede Francesco. «Come permettiamo, in questa società tanto civilizzata, che ci siano persone che vengono perseguitate semplicemente perché professano pubblicamente la propria fede?» incalza. A suo giudizio si tratta di un fenomeno che «non è soltanto inaccettabile: è disumano, è una follia».

Scorrono ancora immagini di chiese devastate, in gran parte demolite da bombe o da mano umana, con panche accatastate e statue decapitate, simbolo dell’odio contro la fede. Un destino che accomuna i cristiani agli altri credenti, presenti nel video con alcuni simboli delle grandi religioni monoteiste. Anche loro sono costretti a fuggire e a vivere in clandestinità la loro fede.

«La libertà religiosa — aggiunge il Papa — non si limita alla libertà di culto, ovvero al fatto che si possa avere un culto nel giorno prescritto dai propri libri sacri, ma ci fa valorizzare l’altro nella sua differenza e riconoscere in lui un vero fratello». Seguono scene tratte dal viaggio compiuto dal Pontefice dal 5 all’8 marzo scorsi in Iraq, dove tra macerie e segni di distruzione sullo sfondo, vengono gettati semi di speranza e di riconciliazione. C’è poi l’immagine del Papa in dialogo con rappresentanti di altre religioni, che introduce le sue parole: «Come esseri umani, abbiamo tante cose in comune da poter convivere, accogliendo le differenze con la gioia di essere fratelli. E una piccola differenza, o una differenza sostanziale com’è quella religiosa, non offuschi la grande unità dell’essere fratelli». Da qui l’invito a scegliere «il cammino della fraternità. Perché o siamo fratelli o perdiamo tutti».

Il video del Papa, che questo mese riceve il sostegno di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) — la fondazione pontificia la cui missione è aiutare i fedeli dove sono perseguitati, oppressi o bisognosi mediante informazione, preghiera e azione — ribadisce la necessità che nelle società siano riconosciuti i diritti e la dignità personali.

A questo proposito, Acs evidenzia che è necessario «dare la massima risonanza a queste parole di Francesco. Il suo è un monito a tutti i governi del mondo, persecutori, compiacenti o indifferenti». La fondazione sottolinea un dato particolarmente allarmante, contenuto nel Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo pubblicato nell’aprile 2021: oggi «il 67% circa della popolazione mondiale, pari a circa 5,2 miliardi di persone, vive in nazioni in cui si verificano gravi violazioni della libertà religiosa».

«Anche se è impossibile conoscerne il numero esatto — conferma Thomas Heine-Geldern, presidente esecutivo di Acs internazionale — la nostra indagine indica che due terzi della popolazione mondiale vivono in Paesi in cui si verificano violazioni alla libertà religiosa in un modo o nell’altro. Sorprende? No, questa situazione è peggiorata per secoli partendo da una radice di intolleranza e passando per discriminazione e perfino persecuzione. Crediamo fermamente che l’essere liberi di praticare o meno qualsiasi religione sia un diritto umano fondamentale, direttamente collegato alla dignità di ogni persona».

Da parte sua, il gesuita Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera del Papa, ricorda che «Francesco ci ha dato una bussola con la sua enciclica Fratelli Tutti: la fratellanza umana. Come ha detto anche nel suo messaggio per la prima Giornata internazionale della fratellanza umana, “oggi la fratellanza è la nuova frontiera dell’umanità. O siamo fratelli, o ci distruggiamo a vicenda”. Per questo, è importante riconoscere quello che lede la fratellanza, per poterla guarire ed evitare che si traduca in discriminazione e persecuzione religiosa, come spesso accade, in particolare contro i cristiani».

Questo cortometraggio inaugura il settimo anno del video del Papa, l’iniziativa globale che raccoglie le intenzioni di preghiera che Papa Francesco affida a tutta la Chiesa cattolica. Diffuso come di consueto attraverso il sito internet www.thepopevideo.org, il filmato tradotto in 23 lingue è stato creato e prodotto dalla Rete mondiale di preghiera in collaborazione con l’agenzia La Machi e il Dicastero per la comunicazione.