L’impegno di cinque grandi potenze

Mai una guerra nucleare

A handout picture released by Iran's Defence Ministry on December 30, 2021 shows a Simorgh (Phoenix) ...
04 gennaio 2022

New York , 4. Nessuno vincerebbe una guerra nucleare. E non ne andrebbe mai combattuta una. L’importante documento congiunto dei cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Usa, Francia, Regno Unito, Russia e Cina) è un significativo ammonimento per la coscienza della comunità internazionale, davanti al rischio dell’autodistruzione.

Ieri, lunedì, cinque fra le potenze nucleari in grado di scatenare un conflitto mondiale, hanno dichiarato, pur con le sfumature semantiche delle diverse traduzioni, che ci sarebbe un solo scenario, in caso di conflitto: il game over, come si potrebbe riassumere prendendo a prestito una citazione cinematografica. La sola maniera di vincere è non giocare. Una dichiarazione congiunta che risveglia l’eco di quando Ronald Reagan e Michail Gorbačëv dettero inaspettatamente il via al dialogo sul disarmo nucleare.

Grande il favore con il quale António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha accolto la dichiarazione congiunta. «L’unico modo per eliminare tutti i rischi nucleari — ha ribadito — è eliminare tutte le armi nucleari». Guterres ha offerto tutta la sua collaborazione per lavorare non solo con i cinque firmatari, che non sono i soli detentori di arsenali nucleari, ma anche con tutti gli Stati che ne siano dotati, per arrivare all’obiettivo auspicato da tutti: zero armi nucleari. La sola possibilità di pace autentica.

Si tratta, infatti, di partire da un delicatissimo lavoro di tessitura dei fili che la disponibilità dichiarata mette a disposizione delle diplomazie. Non a caso le Nazioni Unite con il segretario generale, hanno apprezzato particolarmente «il riconoscimento, da parte degli Stati, della loro necessità di rispettare accordi e impegni bilaterali e multilaterali su non proliferazione, disarmo e controllo degli armamenti».

Quella di Guterres è una delicata ma chiara chiamata all’azione diplomatica. Mentre si dice, infatti, «incoraggiato dall’impegno a perseguire misure per prevenire la guerra nucleare» attende, si legge nel comunicato, «ulteriori dettagli sulle iniziative future».

I fili per la trama ci sono, come nel 1985. Ora occorre tessere. I tessitori sono all’opera. Il giorno dopo la firma dei cinque, Pechino ha fatto sapere su quale terreno intende muoversi. «La Cina — si legge in un comunicato ufficiale — continuerà a modernizzare il proprio arsenale nucleare per questioni di affidabilità e sicurezza». Ma, allo steso tempo, si rivolge a Russia e Stati Uniti: «Devono ridurre il loro arsenale nucleare in modo irreversibile e legalmente vincolante». Sedersi, dunque, al tavolo.