Papa Francesco in due interviste

Giovani e anziani

27 dicembre 2021

Una conversazione che ruota intorno ai sogni e al legame tra giovani e anziani, quella di Papa Francesco con il gesuita Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, il cui estratto è stato pubblicato, su Il Fatto quotidiano, venerdì 24 dicembre. Il testo integrale è inserito nella docuserie Netflix disponibile dal 25 dicembre, intitolata Stories of a Generation con Papa Francesco, che racconta le vite degli over 70.

Amore, sogni, lotta, lavoro: questi i quattro grandi temi per altrettanti episodi che raccolgono le storie, le esperienze e le testimonianze di donne e uomini ultrasettantenni, osservate da un punto di vista originale e inedito, quello di giovani che vi ci sono dedicati per un anno di riprese.

Definendosi anch’egli un sognatore, il Pontefice ricorda che scriveva poesie, ma poi le strappava perché non gli piacevano. Tuttavia, confida, «era così che davo voce ai miei sogni», perché chi non sogna è una persona asettica e la sua vita manca di poesia. Infatti, aggiunge, «abbiamo tutti bisogno di sognare. Consciamente o inconsciamente». Il Papa affronta anche il tema dell’amore paragonandolo a «un sentimento, l’elettricità che attraversa un organismo simile alla sensazione di due poli che si attraggono». Da qui, una lettura poetica del tradizionale ballo del tango, descritto come il «guidare ed essere guidati, avere la responsabilità di prendersi cura dell’altro». Francesco prende in considerazione anche il concetto di «paternità», che non è tanto un generare figli, quanto trasmettere loro la propria esistenza. «Nella vita — spiega — ciò che ti rende padre è il tuo impegno verso l’esistenza, i limiti, la grandezza, lo sviluppo di questa persona a cui hai dato la vita e che hai visto crescere».

La conversazione assume la forma di un racconto corale sulla terza età come tesoro da riscoprire, narrato dal punto di vista delle giovani generazioni. Anche gli anziani devono sognare, afferma Papa Francesco, e così portare i giovani «verso orizzonti» che non si possono immaginare. E sono i giovani ad avere un ruolo fondamentale in questo: non a caso il Papa sottolinea l’importanza della vicinanza tra le generazioni.

Di nuove generazioni e dei ricordi d’infanzia, parla Papa Francesco anche nelle risposte alle domande dei giornalisti Paolo Rodari e Domenico Agasso, rispettivamente per La Repubblica e La Stampa, durante un incontro a Casa Santa Marta nell’imminenza delle feste. Nel colloquio, il Papa commenta il senso e il valore del Natale attuale e quello della sua infanzia a Buenos Aires. Ma parla anche delle sue letture e degli sport preferiti, dei poveri, dei bambini malati e di quelli abusati.

Francesco racconta che nella sua famiglia si festeggiava il Natale sempre dai nonni, la mattina del 25 dicembre. Oggi, per Bergoglio questa ricorrenza «è sempre una sorpresa. È il Signore che viene a visitarci»: una sorpresa a cui si prepara predisponendosi a «incontrare Dio». A Natale il pensiero del Pontefice va in particolare ai poveri, che sono come Gesù, e poi «a tutti i dimenticati, gli abbandonati, gli ultimi, e in particolare i bambini abusati e schiavizzati». In proposito Francesco confida: «A me fa piangere e arrabbiare, sentire le storie di adulti vulnerabili e di bimbi che vengono sfruttati».