Nell’era del pensiero omologato

Un bambino per mettere in crisi le certezze dell’oggi

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23 dicembre 2021

Non attendiamo un uomo bardato di rosso, ma Gesù Bambino. Dio incarnato e fatto uomo per venire incontro all’uomo, allora e per sempre. Un bambino è nato per noi, ci è stato donato un figlio, recita Isaia. Un bambino, per salvare la storia e tutto il tempo, anche questo nostro tempo sterile in cui di bambini ne nascono pochi, questo tempo spaventato eppure chiuso nell’idolatria del cogli l’attimo, che non arriva mai e quando arriva lascia retrogusti amari. Bambini non nascono e bambini muoiono, senza essere riconosciuti. In una baracca di un campo rom, e al gelo del confine bielorusso. In una catastrofe a Ravanusa, dove il conto delle vittime non calcola una creatura che ancora doveva vedere la luce, ma così viva nel cuore e nel ventre di sua madre. Per lo cui caldo nell’etterna pace (Paradiso, canto xxxiii ), perché a Dante torniamo sempre, per dar voce all’umano. Per lo cui caldo significa accoglienza, tepore, tenerezza, custodia, follia d’amore. E speranza, E l’etterna pace è possibile perché il fattore di una donna si è fatto sua fattura, perché il creatore si è fatto creatura. Anche la pace dei familiari di Samuele, anche la pace scandalosa, la fede forte che ha testimoniato dall’altare delle preghiere Eliana, ai funerali del marito, una delle vittime.

Questo è Natale, cioè certezza di una presenza che si è fatta compagna per questa vita e per l’eternità. Mentre pregavano, pregavamo, per Samuele e i suoi cari, ascoltavo in tv paragonare la scelta di vaccinarsi o meno al diritto di abortire. E dagli schermi del pensiero omologato, che ci inoculiamo senza decidere, si notavano le differenze: «no, l’aborto non coinvolge altre persone». Riguarda la madre, il suo diritto, nient’altro. Altro invece nell’intimo di madri fiduciose allarga la speranza. Altro nell’intimo di una ragazza di Palestina sostiene la nostra, speranza. «L’aborto non coinvolge altre persone». Tornano in mente i versi di Ungaretti: Non gridate più, non gridate / Se li volete ancora udire, / Se sperate di non perire. / Hanno l’impercettibile sussurro, / Non fanno più rumore / Del crescere dell’erba, / Lieta dove non passa l’uomo.

di Monica Mondo