Chiusa senza un’intesa la conferenza all’Onu sulle armi autonome

18 dicembre 2021

La sesta Conferenza di revisione della Convenzione sulla proibizione o limitazione dell’uso di  alcune  armi convenzionali — svoltasi a Ginevra dal 13 al 17 dicembre — si è conclusa senza un accordo. L’incontro si poneva, tra gli obiettivi, quello di riconoscere la necessità di tracciare norme e linee morali per assicurare un controllo umano sull’uso delle armi autonome letali. E aveva anche l’ambizione di iniziare i negoziati su uno strumento giuridicamente vincolante. La Conferenza è invece terminata con l’indicazione a «considerare proposte», a elaborare possibili misure «prendendo in considerazione protocolli esistenti», rinviando tutto a nuove discussioni nel 2022.

Cosa sono
le armi autonome

A differenza delle armi semi-autonome, quelle completamente autonome sono gestite da sensori e software. Utilizzano nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e il riconoscimento facciale. Lo scenario, per ora visto nelle trame di alcuni film ma già in parte sviluppato dalla tecnologia, è quello di carri armati, sottomarini, robot e flotte di droni che colpiscono obiettivi senza la supervisione umana. In un rapporto dell’Onu, pubblicato a marzo, si sottolinea che il primo attacco autonomo con droni sarebbe già avvenuto in Libia. Alcuni Paesi, tra cui Stati Uniti e Russia, hanno destinato ingenti somme allo sviluppo di queste armi. Complessivamente, i dati sulla spesa militare nel mondo sono drammatici: si registra un raddoppio, dal 2000 a oggi, a livello globale, arrivando a sfiorare i duemila miliardi di dollari all’anno, di fronte alle tante guerre, molte dimenticate, che affliggono il mondo.

Il dialogo internazionale, non le armi, è la strada da intraprendere. All’Angelus di domenica 12 dicembre  Papa Francesco ha ricordato dati allarmanti: «A me addolora tanto la statistica che ho letto, l’ultima: in quest’anno sono state fatte più armi dell’anno scorso. Le armi non sono la strada». La guerra — scrive il Pontefice nell’enciclica Fratelli tutti — «è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male».

Dalla Santa Sede: si compia ogni sforzo per il disarmo completo

I sistemi di armamento, in particolare quelli autonomi, sollevano questioni morali ed etiche. Secondo la Santa Sede «è imperativo assicurare una supervisione umana adeguata, significativa e coerente» poiché solo gli esseri umani «sono in grado di vedere i risultati delle loro azioni e comprendere le connessioni tra causa ed effetto». Nel suo intervento alla Conferenza tenutasi in Svizzera, monsignor John D. Putzer, incaricato d’affari ad interim  presso la Missione di Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, ha anche indicato una priorità: quella di «continuare la codificazione e lo sviluppo progressivo delle regole del diritto internazionale applicabili nei conflitti armati».

L’intelligenza artificiale sia al servizio del bene comune

Si deve invertire la rotta — ha affermato il rappresentante vaticano — verso un uso dell’intelligenza artificiale condiviso fra gli Stati e per scopi del tutto pacifici anziché militari. La Santa Sede esorta le nazioni a prendere in considerazione «la creazione di un’organizzazione internazionale per l’intelligenza artificiale, per facilitare e garantire il diritto di tutti gli Stati a partecipare allo scambio più completo possibile di informazioni scientifiche e tecnologiche per usi pacifici e per il bene comune». In questo tempo scosso dalla pandemia, ha spiegato monsignor Putzer, è importante «mettere le tecnologie emergenti al servizio dell’umanità per usi pacifici». 

La sesta Conferenza di revisione della convenzione sulla proibizione o limitazione dell’uso di  alcune  armi convenzionali non ha portato a una intesa, ma è stata un’occasione di dibattito e di confronto. Gli Stati hanno concordato di continuare il lavoro relativo alle tecnologie emergenti nel settore dei sistemi di armi letali autonome per un altro anno. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto ai Paesi di presentare un «piano ambizioso» sulle nuove regole.

Disappunto delle ong
per il mancato accordo

È  grande il rammarico delle organizzazioni non governative impegnate su questo fronte. Hanno esortato i negoziatori a iniziare a lavorare su un trattato internazionale per stabilire nuove regole legalmente vincolanti. «È una vera occasione persa», ha detto il consulente scientifico del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Neil Davison. La coalizione  Stop Killer Robots ha espresso la propria delusione, affermando che pochi Stati, in particolare Stati Uniti e Russia, hanno impedito alla maggioranza dei Paesi di cogliere «un’opportunità storica», ma ha anche ribadito che continuerà a lavorare per assicurare un mondo in cui la tecnologia sia sviluppata e utilizzata per promuovere la pace.

di Amedeo Lomonaco