A cinque anni dalla porpora cardinalizia di Ernest Simoni

Testimone del Vangelo nella persecuzione

 Testimone del Vangelo nella persecuzione  QUO-285
15 dicembre 2021

Con «grande affetto» Papa Francesco ha espresso le proprie felicitazioni e ha ringraziato Dio per i doni concessi al cardinale Ernest Simoni, «nei lunghi anni del suo ministero, reso ancora più fecondo dalla sofferenza patita nella prigionia a motivo della sua intrepida fedeltà a Cristo». L’occasione è stata duplice: il 65° anniversario di ordinazione sacerdotale e il 5° della porpora cardinalizia ricevuta nel Concistoro del 19 novembre 2016 da Simoni, perseguitato duramente durante il regime comunista che sconvolse l’Albania nel secolo scorso.

Il Pontefice, in una lettera inviatagli di recente, ha voluto ricordare quel periodo difficile per Simoni e tutto il popolo albanese: «La durezza della persecuzione non le ha raffreddato il cuore, così che al termine di quella drammatica esperienza ha ripreso a servire il Signore e i fratelli con letizia e mitezza, ponendo al di sopra di tutto la carità» scrive tra l’altro Francesco.

Poi il Papa esprime apprezzamento al cardinale «per l’impegno apostolico che continua a dispiegare con generosità e fedeltà dove la Provvidenza la chiama a operare». Infatti, la «sua testimonianza fa bene alla comunità cristiana, stimola pastori e fedeli laici a essere annunciatori gioiosi del Vangelo della misericordia e testimoni di speranza». Da qui la gratitudine «per il suo zelo pastorale e per la sua saggezza».

La celebrazione per il quinto anniversario della creazione a cardinale si è svolta, nei giorni scorsi, nella chiesa romana di Santa Maria della Scala, diaconia di cui Simoni è titolare.

Il porporato è stato accolto dal rettore della chiesa, il carmelitano scalzo padre Deepak Joseph Tauro. La concelebrazione è stata presieduta da monsignor Giancarlo Corti, vicario generale dell’arcidiocesi di Firenze e proposto del capitolo metropolitano del duomo, di cui il cardinale Simoni è canonico onorario dal giugno 2017. Nel nominarlo il cardinale Giuseppe Betori aveva spiegato che «non è la nostra cattedrale a rendere onore al cardinale, ma è lui che, eccezionale testimone della fede sotto un regime ateo e disumano, ci onora con la sua assidua presenza». È dall’8 dicembre 2016 che Betori ha accolto nella diocesi Simoni, dato che alcuni suoi familiari già risiedevano a Firenze.

Alla celebrazione erano presenti, tra gli altri, molti sacerdoti e autorità civili e militari: tra queste le signore Anila Bitri, ambasciatore d’Albania presso il Quirinale, e Majlinda Dodaj, incaricato d’affari ad interim dell’ambasciata albanese presso la Santa Sede.

Il cardinale Simoni è stato testimone del martirio del popolo e della “Chiesa del silenzio d’Albania” e ha trascorso ben 28 anni tra carcere duro e lavori forzati nelle miniere e nelle fogne di Scutari. Riconoscimento di questa testimonianza di fede è stata la porpora ricevuta cinque anni fa da semplice prete. È rimasto l’unico sacerdote sopravvissuto alla persecuzione.