Il racconto

Precius e Benedite, a testa alta

 Precius e Benedite, a testa alta  QUO-285
15 dicembre 2021

Precius e Benedite sono due ragazze coraggiose: vittime della tratta, hanno avuto la forza di liberarsi dalla catene imposte dai loro persecutori. E stamani hanno raccontato le loro storie a Papa Francesco, durante l’udienza generale nell’Aula Paolo vi .

No, non si vergognano della loro storia scandita da soprusi. No, non hanno recuperato ora la loro dignità perché, pur nella brutalità, non l’hanno mai persa.

Eccole qui, oggi, Precius e Benedite a testa alta. Ad accompagnarle c’è Evelina Scalera, responsabile della Casa famiglia San Pietro, in località Cedda, a Poggibonsi, nel senese, dove sono state accolte. Nell’ambito dell’esperienza della comunità Papa Giovanni xxiii .

Precius, nigeriana, riceverà il battesimo la notte di Natale.

Benedite, congolese, è arrivata in Italia dopo essere passata dai campi profughi di Lesbo e Samos.

Con le due ragazze, all’udienza era presente un gruppo di persone fragili accolte dalla Casa famiglia San Pietro.

E proprio per rilanciare, anche attraverso un linguaggio popolare come lo sport, l’impegno per un reale rispetto dei diritti e della dignità di ogni persona, è stata promossa martedì 14 dicembre una giornata di studio in Vaticano, presso il Campo Santo Teutonico, per dar vita alla Global Digital Community .

«È una piattaforma tecnologica mondiale per sostenere la pratica dello sport inclusivo e la promozione dei suoi valori educativi e sociali nelle diverse comunità di fede, condividendo esperienze, risorse e materiale tra organizzazioni sportive, in un autentico dialogo tra le diverse religioni e culture» fa presente monsignor Melchor Sánchez de Toca, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della cultura, rifacendosi anche alla novità dell’esperienza concreta di Athletica Vaticana, l’associazione sportiva ufficiale della Santa Sede.

E con il Pontificio Consiglio della cultura stanno dando vita al progetto le associazioni Save the Dream e Sport for Humanity. Per monsignor Sánchez de Toca «questa piattaforma aiuterà molto educatori e catechisti nelle parrocchie e negli oratori, e sarà anche una grande opportunità nelle moschee per aiutare i giovani a non imboccare strade di fondamentalismo».

Il valore sociale della pratica sportiva è stato riaffermato — nel seminario di studio e nell’incontro di stamani con il Papa — da David Trezeguet. «Lo sport è un potente veicolo per un cambiamento positivo nella società e per dare più voce ai giovani» dice l’ex calciatore. «Ai giovani di tutto il mondo, soprattutto quelli che sono stati meno fortunati — aggiunge — lo sport insegna valori come il lavoro di squadra, il rispetto e la collaborazione, ed è un ponte tra le diverse culture e i diversi Paesi».

Gli fanno eco in particolare Fahad Al Thani, primo pugile professionista originario del Qatar, e Gerald Mballé, nato in Cameroun e arrivato in Italia tra mille peripezie: oggi è rappresentante di Special Olympics e del programma di inclusione sportiva Unified with Refugees.

Di formazione per un progetto di sviluppo integrale delle persone e delle rete sociale, in Tanzania e nella Repubblica Democratica del Congo, sono venuti a parlare al Pontefice anche i rappresentanti dell’associazione Progetto Neema che, in swahili, significa “per grazia del Signore”.

Sono tre coppie di sposi, due delle quali nel 2022 celebrano i 50 anni di matrimonio, originarie di Montevarchi, che, «tra successi e insuccessi», collaborano «con parroci e realtà locali in ambito educativo e sanitario ma non con progetti preconfezionati». È con questo stile che l’associazione è presente sul campo dal 2000 in Tanzania, precisamente nel villaggio Mkongo della diocesi di Songea, e dal 2008 nella Repubblica Democratica del Congo: nel villaggio Kiringu nella diocesi di Kalemie-Kirungu.

Il cardinale Francesco Montenegro ha presentato al Pontefice il libro Sbarchi di umanità - Lampedusa: un contributo mediterraneo alla teologia dai poveri di Alfonso Cacciatore e don Stefano Nastasi. E Roberto Alborghetti il volume Mente, cuore, mani. Come apprendere alla scuola della vita con Papa Francesco. Mentre Przemysław Kozłowski, artista polacco con disabilità, ha mostrato al Papa un grande presepe realizzato con duecentomila fiammiferi.

Tra i doni, anche un’edizione di Cuore di Edmondo De Amcis che ha suscitato nel Papa il ricordo della lettura del libro nella sua famiglia. E gli ormai tradizionali panettoni “solidali” offerti dall’associazione Amitiè France Italie.

di Giampaolo Mattei