Il mare d’inverno come categoria esistenziale e filosofica in una serie di capolavori cinematografici

Tra il rumore delle onde e la quiete delle spiagge

 Tra il rumore delle onde  e la quiete delle spiagge  QUO-284
14 dicembre 2021
«Adesso la spiaggia era deserta anche la domenica ma noi andavamo lo stesso a guardare il mare» recita la voce narrante de I vitelloni di Federico Fellini. Ne scaturisce una sequenza apparentemente sospesa, senza battute importanti, affidata al chiacchiericcio quietamente disperato del manipolo di amici. Si parla di una somma per fare il bagno anche d’inverno o della somiglianza di Leopoldo con il parroco. Il punto non è quello che i vitelloni si dicono ma perché sono lì anche d’inverno, quasi radiocomandati, a passeggiare su una banchina in attesa che qualcosa accada. Che le onde gelide e familiari misteriosamente riscattino le loro esistenze offrendo se non un senso quantomeno un indizio circa la loro vita. Il loro corpo ciondolante e lo sguardo sulla sabbia attendono una risposta. Sotto certi aspetti ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati