14 dicembre 2021
Per chi abita la costa, per la gente di mare, il proprio mare, quello di cui si porta dentro il respiro e la nostalgia, di cui si riconoscono le rocce e l’umore, è soprattutto quello d’inverno. Ancora più indomabile nel suo continuo tumulto, rimanda comunque al mistero della vita. Di ogni forma di vita, che abita i suoi fondali e copre con il suo velo blu, anche quando, implacabile e impietoso, ci restituisce — sul litorale di Lampedusa o Lesbo, Ceuta o Calais — quelle vite che ci inchiodano alla vergogna più grande. Anche i piccoli, costretti ad affrontare il mare tra dicembre e febbraio, imparano presto a temere la winterization, un gergo sbrigativo con cui ci si intende: prepararsi a resistere al battere incessante delle piogge e alla forza ingovernabile delle correnti, perché poi, passata la tempesta in ...
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