Presentata la terza edizione delle Giornate sociali cattoliche europee

Appello alla solidarietà e alla giustizia

10 dicembre 2021

Un appello alla solidarietà e alla giustizia sociale è stato lanciato stamane dal cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Luxembourg, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece). L’occasione è stata la presentazione — avvenuta in diretta streaming dalla Sala stampa della Santa Sede — della terza edizione delle Giornate sociali cattoliche europee, che si svolgerà a Bratislava, in Slovacchia, dal 17 al 20 marzo 2022 sul tema «L’Europa oltre la pandemia: un nuovo inizio». Oltre che dalla Comece, l’iniziativa è promossa dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e dalla Conferenza episcopale slovacca, in collaborazione con il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale (Dssui).

Il cardinale Hollerich nel suo intervento ha invitato a mettere al centro della riflessione europea l’uomo e la sua dignità. A questo proposito, i principi di solidarietà e giustizia possono essere linee guida per «costruire un diverso modello di società dopo la pandemia». In tal senso, il «comportamento egoistico e il materialismo devono lasciare il posto alla solidarietà, come ha dimostrato l’attuale crisi sanitaria». È per questo che occorre che tutta l’Europa sia unita.

Il porporato ha sottolineato che questa edizione delle Giornate sociali cattoliche europee si svolgerà in un momento cruciale, quando dovrebbero essere rese note le conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa. Sarà quindi un’occasione per riscoprire l’anima del “Vecchio continente” e, in questo sforzo, dare ascolto all’appello di Papa Francesco: «Europa, trova te stessa, sii te stessa!», accogliendo il suo invito a ricollegarsi alla sua profonda identità e a riscoprire i sogni che hanno ispirato i padri fondatori.

L’evento, ha spiegato Hollerich, vedrà riuniti oltre trecento delegati inviati dalle Conferenze episcopali del continente. Si confronteranno per contribuire al processo di ricostruzione europea da una prospettiva cristiana, considerando che la pandemia è arrivata in un momento già segnato da squilibri demografici, sconvolgimenti tecnologici e ingiustizie ambientali.

Tre le principali aree tematiche al centro degli incontri: la transizione demografica e la vita familiare, la transizione tecnologica e digitale e, infine, quella ecologica. In particolare, il cardinale ha spiegato che la prima sessione darà l’opportunità di riflettere sul senso comunitario e di evidenziare la famiglia come prima comunità. In essa infatti risiede il futuro dell’Europa; dunque, va sostenuta da politiche sociali adeguate per far fronte al vero e proprio “inverno demografico”. I delegati si confronteranno sulla questione del declino della popolazione, sul crescente divario rurale-urbano e sul ruolo della comunità familiare come cellula della società.

Durante la seconda sessione, invece, i partecipanti saranno chiamati ad analizzare la transizione digitale e tecnologica, giudicando le sue implicazioni etiche e antropologiche, e discutendo su come la digitalizzazione possa aiutare tutti nella ricerca di una vita dignitosa.

All’indomani della conclusione della Cop26, la terza sessione sarà infine l’occasione per discutere sull’urgente necessità di una conversione ecologica e sulla sfida di plasmare questa transizione a beneficio di tutti, come una sola famiglia umana, secondo quanto indicato nella Laudato si’. In questo senso, la solidarietà sarà necessaria per affrontare una delle più grandi sfide del nostro tempo, il cambiamento climatico.

Da parte sua, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dssui, ha parlato di fraternità umana e cura del creato come uniche vie per lo sviluppo integrale. Tale sviluppo non si riduce all’aspetto economico, ma riguarda l’individuo in tutte le sue dimensioni e la comunità umana. Il porporato ha ricordato che Papa Francesco nell’enciclica ha fatto riferimento al fatto che l’uomo è destinato a vivere nella interconnessione con gli altri. Infatti, la persona umana non può essere un entità autoreferenziale ma, nella distinzione, porta in sé ciò che è vero e pertinente per gli altri.

Nell’intervento successivo, monsignor Gintaras Grušas, arcivescovo di Vilnius e presidente del Ccee, ha sottolineato che la terza edizione delle Giornate sociali cattoliche conferma l’impegno del Consiglio per una società europea più forte e integrale. Il presule ha ricordato la celebrazione per i 50 anni dalla fondazione del Ccee, svoltasi a Roma lo scorso settembre, e ha osservato che le aree tematiche scelte evidenziano la necessità di prendersi cura delle nuove generazioni — i giovani infatti «sono i protagonisti e non solo spettatori di questo rinnovamento» — ma anche di avere a cuore le «realtà sociali più fragili, dei poveri e dei migranti, affinché si possa offrire a tutti una vita dignitosa», così come l’ambiente, partendo dalla profonda conversione ecologica richiamata da Papa Francesco nella Laudato sì'.

Quindi monsignor Stanislav Zvolenský, arcivescovo di Bratislava e presidente della Conferenza episcopale slovacca, ha presentato il programma dei lavori, ricordando che è consultabile sul sito ufficiale www.catholicsocialday.eu. Ha illustrato anche il significato del logo ufficiale, la cui iconografia richiama la figura di Martino di Tours e il racconto medievale sulla sua conversione al cristianesimo. Il santo è il patrono di Bratislava e a lui è dedicata la cattedrale.

Per quanto riguarda i momenti salienti dell’evento, il 18 marzo verrà compiuta un’analisi introduttiva delle sfide sociali nell’Europa contemporanea e sarà indicato l’abbozzo di un possibile percorso di rinnovamento. Il pomeriggio sarà dedicato alla questione del cambiamento demografico e della vita familiare. Il 19 marzo, il programma si concentrerà sulla trasformazione tecnologica e digitale e sulla conversione ecologica. L’ultimo giorno, domenica 20 marzo, verranno valutati insieme i risultati dei diversi workshop e si discuteranno le conclusioni in assemblea plenaria.