Intervista al responsabile della fraternità

La storia di Andrea

09 dicembre 2021

Vatican news racconta la storia di Andrea Giorgetti, 50 anni, responsabile della fraternità Buon Samaritano della Comunità Cenacolo visitata ieri da Papa Francesco.

«Ogni mattina, per anni, il primo pensiero di Andrea era quello di ammazzarsi» scrive Salvatore Cernuzio. «Per non farlo si faceva di dieci grammi di cocaina, arrivando a spendere anche mille euro a settimana. Oggi, per descriversi, usa una parola semplice ma che racchiude un mondo di cose e di significati: “Sono felice”».

Andrea è «un uomo toccato nell’intimo da Dio e che, attraverso la fede, declinata in azioni concrete come il pregare o aprirsi con fiducia al prossimo, ha superato diversi ostacoli: la dipendenza, la menzogna, l’inconcludenza, gli istinti suicidi, la solitudine e una “depressione sparata”».

«Toscano, ex imprenditore finito sul lastrico, con due aziende fallite, è approdato una ventina d’anni fa nella Comunità fondata per dare rifugio, ascolto, accompagnamento a chi — come lui — si trovava invischiato in situazioni di disagio fisico e spirituale».

Con Antonia, anche lei ex tossicodipendente, ha formato una famiglia: «Ieri pomeriggio si è commosso nel vedere i suoi bei bambini, sorridenti e ben vestiti, figli suoi ma anche di tutta la fraternità, accogliere il Papa e dirgli che ogni sera pregano per lui».

«Dopo il percorso vissuto nel Cenacolo con la moglie, Andrea ha deciso di rimanere nella Comunità per aiutare gli altri. Lui però non parla di aiuto ma di “donarsi”».

«Io — dice Andrea nell’intervista a Cernuzio — penso di averlo conosciuto Dio e di aver imparato a portare la croce con dignità. Vorrei che questo accadesse anche ad altri. Io sto in questi 1.000 mq ventiquattr’ore su ventiquattro, non mi muovo mai. Non è che se mi arriva un ragazzo che sta male, alle 18 stacco... Spero che tutti, come me, vedano che è possibile salvarsi la vita».