Un sostegno spirituale ai richiedenti asilo di Pournara

07 dicembre 2021

Vivono in tende e prefabbricati, dietro rete metalliche e filo spinato, ogni giorno in attesa di sapere quale sarà la loro destinazione. Sono i richiedenti asilo del campo di prima accoglienza di Pournara, a ovest di Nicosia, vicino alla linea di confine con la autoproclamata Repubblica turca di Cipro Nord. Nella periferia dell’Europa, in un campo che può accogliere massimo mille persone, oggi ne alloggiano circa millecinquecento, con una permanenza che, dalle 72 ore previste, arriva a estendersi anche fino a cinque o sei mesi.

Contestualmente alla visita di Papa Francesco a Cipro, con il motto Comforting each other in faith, “Consolaci nella fede”, una nuova iniziativa ha coinvolto i frati francescani della Custodia di Terra Santa, in servizio sull’isola, e i richiedenti asilo del campo di prima accoglienza.

«Quando siamo arrivati per la prima volta al campo di Pournara, ci siamo trovati davanti a una realtà incredibile: c’erano tanti rifugiati provenienti da diversi Paesi dell’Africa, come Camerun, Congo, Somalia o altri Paesi asiatici, oltre che da Medio Oriente e Sud Est asiatico. Abbiamo deciso di tornare a visitarli una volta alla settimana, celebrando una messa per loro nella piccola cappella». Sono le parole di Fr. Andrew Arhin, frate di origine ghanese e parroco della parrocchia latina di Santa Croce a Nicosia.

Proprio nel convento attiguo alla chiesa dei latini di Nicosia, sede anche della nunziatura apostolica, ha alloggiato Papa Francesco durante la sua visita a Cipro. Lì ogni settimana Fr. Andrew e i suoi confratelli incontrano migranti da diverse parti del mondo e da lì partono anche per celebrare una messa nelle zone più lontane e isolate, come Famagosta e Kyrinia.

In concomitanza con la visita del Papa, una nuova attività di sostegno spirituale coinvolgerà dunque i francescani, che si recheranno ogni sabato a celebrare la messa nella cappella del campo di prima accoglienza, cappella originariamente greco-ortodossa, gestita da un pastore protestante.

L’obiettivo è quello di offrire loro conforto spirituale, come nel motto del viaggio del Papa a Cipro.

«Vogliamo realizzare il messaggio dell’enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti — afferma Fr. Andrew —. Anche Gesù fu migrante in Egitto e i migranti tutti hanno bisogno di una parola, hanno bisogno di Gesù: solo lui può cambiare la loro situazione. Se hanno lasciato i loro Paesi, era perché vivevano in condizioni orribili e noi dobbiamo stare loro vicino».

A causa del piano d’azione per la gestione dei flussi di migranti e a causa della pandemia di covid-19, i richiedenti asilo non sono autorizzati a lasciare il centro di prima accoglienza di Pournara e alcuni sono rimasti bloccati lì anche per sei mesi. A seguito di forti rimostranze, è stato permesso a dieci o venti persone al giorno di uscire, dando la priorità alle persone vulnerabili e alle donne, ma solo se potevano presentare un indirizzo valido. Vivere in condizioni di sovraffollamento, di incertezza e di estrema necessità fa parte della dura quotidianità dei richiedenti asilo, già reduci da un passato fatto spesso di violenza e povertà. «Mi sento vicino a loro, perché sento il loro dolore. Manca loro la dignità umana» ha continuato Fr. Andrew.

«Io sono ghanese, ma il mio vescovo nel 1993 mi mandò in Terra Santa, dove sono rimasto al servizio della Custodia di Terra Santa e dal 2004 sono stato mandato a Cipro. Mi ha colpito il primo incontro del Papa con i religiosi ciprioti perché ha detto di avere pazienza. Credo che dopo la sua visita ci sarà un cambiamento nel cuore del nostro popolo».

A Cipro il 90% dei latini è composto da migranti e richiedenti asilo. «A volte arrivano stranieri con un contratto di lavoro regolare, ma, quando scade, non lasciano il Paese. Rimangono illegalmente o richiedono lo status di rifugiati. Altri, invece, attraversano il confine dal nord di Cipro, quando vedono che lì la vita non è come gli avevano raccontato. C’è una “sottile differenza” tra la parte nord e sud di Cipro. A nord non siamo in Europa» spiega il parroco della chiesa di Santa Croce di Nicosia.

Nel tentativo di includere e integrare tutti i migranti, nelle chiese latine vengono celebrate le messe in inglese e in diverse lingue ogni settimana tra sabato e domenica, a rotazione tra spagnolo, francese, polacco, tagalog, Sinhala, greco.

La visita del Papa donerà ancora più forza a Fr. Andrew e a tutti coloro che sono impegnati con i migranti: «Io vorrei continuare in quest’opera nel campo di prima accoglienza di Pournara. Preghiamo che cambi questa situazione e che i migranti possano non sentirsi abbandonati, ma tutti ugualmente figli di Dio».

di Beatrice Guarrera