Francesco è rientrato in Vaticano a conclusione del viaggio a Cipro e in Grecia

«Fermiamo questo naufragio di civiltà»

 «Fermiamo questo naufragio di civiltà»  QUO-278
06 dicembre 2021

«Fratelli e sorelle, vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà!». Profondamente toccato dai volti e dalle dolorose storie dei rifugiati incontrati durante la visita all’isola di Lesbo, Papa Francesco ha lanciato ieri il suo accorato appello a non lasciare che il Mediterraneo diventi «un freddo cimitero senza lapidi» e da mare nostrum si tramuti in un desolante mare mortuum.

E il ritorno per la seconda volta a Lesbo, dopo la visita del 2016, rappresenta senza dubbio il momento più significativo del viaggio a Cipro e in Grecia, conclusosi oggi. Un pellegrinaggio scandito in questi ultimi giorni dall’incontro con l’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la Grecia, Ieronymos ii , caratterizzato dalla richiesta di perdono per gli errori commessi da tanti cattolici; e dagli appuntamenti proprio con la piccola comunità cattolica greca. Sabato pomeriggio, presso la cattedrale di San Dionigi della capitale, il Papa ne ha incontrato una rappresentanza, alla quale ha ricordato che essere minoritari non vuol dire essere insignificanti. E domenica pomeriggio ha celebrato la messa nella Megaron concert hall, chiedendo ai fedeli di seminare speranza nei deserti del mondo. Infine, questa mattina l’appuntamento riservato ai giovani in una scuola delle suore Orsoline, con l’invito a coltivare il sogno della fraternità per vincere paura e disperazione. Poco prima, nella nunziatura, Francesco aveva incontrato nove ragazzi rifugiati siriani ospitati attualmente presso l’ordinariato armeno cattolico di Atene, che provvede al loro percorso di integrazione nella società.

Pagine da 2 a 10