Il saluto dell’arcivescovo Chrysostomos ii

La porta del cristianesimo

03 dicembre 2021

«Le radici cristiane dell’Europa, e quindi anche le sue fonti spirituali, si trovano proprio qui a Cipro»; ecco perché l’isola è giustamente considerata la «porta del cristianesimo verso il mondo dei Gentili». Papa Francesco è stato accolto con queste parole dall’arcivescovo Chrysostomos ii al suo arrivo nella cattedrale ortodossa di Nicosia. Un caloroso benvenuto «nella prima chiesa dei Gentili», fondata da «Barnaba, “figlio dell’esortazione”, un levita originario di Cipro» (At 4, 36), Paolo e il loro compagno, Marco evangelista.

L’arcivescovo ha evidenziato che la Chiesa apostolica fu fondata per intervento dello Spirito Santo. E il comando del Paraclito era quello di rivolgersi pure ai Gentili. Dall’anno 45, in cui gli apostoli arrivarono nell’isola e predicarono il cristianesimo, «la Chiesa di Cipro ha intrapreso, fino ad oggi, un percorso cristiano intramontabile e fruttuoso». Durante questo lungo cammino ha incontrato «molti conquistatori», ha dovuto affrontare situazioni diverse, ma continua «a portare la sua testimonianza cristiana ortodossa e a compiere la sua missione». Purtroppo, dal 1974 ad oggi, Cipro e la sua Chiesa «stanno attraversando la loro svolta storica più difficile».

In questo frangente nazionale ed ecclesiale, ha proseguito, «noi come primate della Chiesa e il nostro popolo sofferente, rivolgiamo gli omaggi delle nostre anime al Signore della giustizia». L’arcivescovo ha chiesto anche l’aiuto di Papa Francesco per la protezione e il rispetto del patrimonio culturale e per il rispetto dei valori della cultura cristiana.

Come Chiesa di Cipro, ha aggiunto, seguendo fedelmente «lo spirito dell’amore di Gesù Cristo, abbiamo ottimi rapporti con tutte le Chiese e cerchiamo il dialogo con tutti». Per questo, «applaudiamo il dialogo in corso tra il Patriarcato ecumenico e la Chiesa cattolica di Roma e preghiamo per il suo successo. La parola di Cristo che dice: “E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore” (Gv 10, 16) è per noi l’asse di riferimento delle nostre prospettive ecclesiali», che «potranno realizzarsi solo attraverso l’amore e il dialogo onesto».

È in questo contesto che, ha spiegato, «abbiamo avviato un dialogo, alcuni anni fa, anche con i musulmani del Medio Oriente». Purtroppo, l’inasprimento delle tensioni, che ha «alimentato elementi estremi, non ha permesso al dialogo di proseguire», tranne che in Siria.

L’arcivescovo ha detto di credere fermamente nella «risoluzione pacifica dei nostri disaccordi, siano essi di natura civile o religiosa». E la strada giusta è solo quella di «un dialogo veramente onesto». Ha poi concluso rinnovando il «benvenuto» al Papa nell’«isola dei santi e dei martiri», augurandogli fecondità spirituale nel Signore e la «gioia piena», che Dio concede «a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione».