Nella mattina di oggi l’incontro con la Chiesa ortodossa e la messa con i cattolici

Abbraccio ecumenico

 Abbraccio ecumenico  QUO-276
03 dicembre 2021

Francesco e Chrysostomos stretti in un abbraccio nella sede dell’arcivescovado ortodosso di Cipro. È la prima simbolica immagine della seconda giornata del viaggio papale, che ne sancisce in modo eloquente più di ogni discorso, uno dei pilastri: il dialogo ecumenico. A Nicosia stamane il vescovo di Roma ha incontrato il capo della Chiesa ortodossa autocefala di Cipro, raggiungendo in automobile il centro della capitale.

Davanti all’ingresso principale del Palazzo arcivescovile, un centinaio di giovani radunatisi fuori dal cancello, hanno salutato con canti e applausi l’arrivo del Pontefice, che ha trovato ad accoglierlo Chrysostomos e un rappresentante del Santo Sinodo. Una volta all’interno la presentazione delle rispettive delegazioni ha preceduto il tanto atteso colloquio privato tra i due, suggellato dalle parole che Francesco ha lasciato scritto sul libro d’onore invocando «da Dio umiltà e coraggio per camminare insieme verso la piena unità...».

Lo stesso abbraccio ecumenico si è ripetuto durante l’incontro con il Santo Sinodo raccolto a pochi metri della sede arcivescovile nell’imponente cattedrale della Chiesa ortodossa, qui chiamata cattedrale di San Giovanni Teologo. L’immagine concreta di quella «amicizia fraterna» — come l’ha definita il Pontefice nel suo discorso — che unisce le due Chiese si è manifestata davanti all’altare che riproduce icone di figure bibliche. «Benvenuto nelle terre sacre della nostra Chiesa apostolica, che fu fondata per intervento dello Spirito Santo» è stato il saluto rivolto da Chrysostomos ii a Papa Francesco nella chiesa gremita di fedeli ortodossi. «Applaudiamo il dialogo in corso tra il Patriarcato ecumenico e la Chiesa cattolica di Roma e preghiamo per il suo successo» ha proseguito a nome del Santo Sinodo, che ha il compito di preservare la dottrina, l’ordine canonico e liturgico della Chiesa ortodossa di Cipro e di mantenere la comunione con il Patriarcato ecumenico e le altre Chiese ortodosse e di gestire i rapporti ecumenici e interreligiosi.

Al termine dell’incontro, al momento dello scambio dei doni, Francesco ha detto: «Io vorrei regalare a lei il Codex Pauli, perché lo abbia in segno di comunione, dai figli della stessa Chiesa Madre».

Quindi il Papa si è trasferito al Gsp Stadium di Nicosia, per celebrare la messa con i cattolici ciprioti. Lungo i nove chilometri del tragitto, Francesco è stato salutato anche da gruppi di persone che, ai bordi della strada, sventolavano bandierine e palloncini colorati. Superate le stime di partecipazione previste dagli organizzatori, diecimila fedeli — secondo i dati forniti dalla Sala stampa della Santa Sede — lo attendavano in un clima di festa, che lasciava percepire la fede profonda di questo popolo che si sta sempre più aprendo al mondo.

All’inizio della messa il patriarca di Gerusalemme dei latini ha rivolto affettuose parole di benvenuto al Papa. Sull’altare svettava una grande croce alta quasi 5 metri in cui sono incastonate reliquie dei santi ciprioti. «Qui a Cipro sto respirando un po’ di quell’atmosfera tipica della Terra Santa, dove l’antichità e la varietà delle tradizioni cristiane arricchiscono il pellegrino», ha confidato il Pontefice durante la celebrazione. «Penso, in particolare, ai migranti in cerca di una vita migliore, con i quali trascorrerò il mio ultimo incontro su quest’isola, insieme ai fratelli e alle sorelle di varie confessioni cristiane», ha aggiunto facendo riferimento all’incontro ecumenico in programma questo pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Santa Croce a Nicosia.

dalla nostra inviata
Silvina Pérez