Guterres chiede il cessate il fuoco immediato

Fuga da Addis Abeba

25 novembre 2021

Si aggrava di ora in ora la situazione in Etiopia. Le forze federali si stanno scontrando con i separatisti del Tigray, alleati con altre formazioni ribelli, che da settimane minacciano di assediare Addis Abeba. Tanto che Francia, Germania, Usa, Regno Unito e Italia hanno già sollecitato i propri cittadini a lasciare il Paese, mentre l’Onu sta predisponendo l’evacuazione del proprio personale.

Dalla Colombia, dove si trova in visita, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha lanciato un appello urgente per un «cessate il fuoco immediato e incondizionato per salvare» il Paese del Corno d’Africa. Proprio il processo di pace in Colombia — ha affermato Guterres — lo ha spinto a reiterare la richiesta ai protagonisti del conflitto che, iniziato nella regione del Tigray, da politico è diventato da oltre un anno militare, generando una grave crisi umanitaria. La fine delle ostilità dovrebbe «permettere un dialogo inter-etiopico per risolvere la crisi e consentire all’Etiopia di contribuire ancora una volta alla stabilità della regione», ha aggiunto il segretario generale dell’Onu.

I ribelli sono ormai a poco più di 200 chilometri da Addis Abeba e il primo ministro, Abiy Ahmed, dopo aver confermato la gravità della situazione, si trova già da due giorni sulla prima linea del conflitto per guidare le forze di difesa federali contro il Fronte di liberazione popolare del Tigray (Tplf). Durante la sua assenza il vice si occuperà degli affari correnti del governo. Già all’inizio di novembre il premier aveva dichiarato lo stato di emergenza dopo l’avanzata dei ribelli verso la capitale.

Il messaggio di Abiy — premio Nobel per la Pace nel 2019 — alla popolazione è chiaro: «Quelli di voi che aspirano a essere ricordati nella storia, si sacrifichino per il proprio Paese. Ci vediamo al fronte». Il primo ministro ha poi promesso di respingere i «nemici interni ed esterni», che ha accusato di aver tentato di costruire la propria forza sulla debolezza dell’Etiopia.

A nulla sono valsi i tentativi di mediazione della comunità internazionale. Non c’è una «soluzione militare» al conflitto, hanno avvertito intanto gli Stati Uniti. «La diplomazia è l’unica opzione», fa sapere il dipartimento di Stato, che esorta le parti ad «astenesi da qualsiasi retorica incendiaria e bellicosa, a rispettare i diritti umani, a permettere l’accesso agli aiuti umanitari e a proteggere i civili».