Il Papa incontra i vescovi italiani in occasione della 75ª assemblea generale straordinaria della Cei

Sinodalità, ascolto, vicinanza

 Sinodalità, ascolto, vicinanza  QUO-267
23 novembre 2021

«Il cammino sinodale si sta snodando in tutti i nostri territori, in tutte le nostre comunità, in piena sintonia» con il Sinodo dei vescovi: con queste parole il cardinale presidente Gualtiero Bassetti ha accolto Papa Francesco ieri pomeriggio, lunedì 22 novembre, in occasione dell’apertura della 75ª assemblea generale straordinaria della Conferenza episcopale italiana, all’Ergife Palace hotel a Roma.

«In questi giorni — ha confidato il porporato ringraziando il Pontefice per il “dono” dell’incontro — mi sono tornate spesso alla mente le parole di Paolo vi nell’ultima sessione pubblica del concilio Vaticano ii . Era il 7 dicembre 1965; non ero ancora prete, sarei stato ordinato dopo pochi mesi. Eppure quelle parole mi aprirono il cuore, accompagnando tutto il mio ministero. “La Chiesa — diceva Paolo vi — si è raccolta nella sua intima coscienza spirituale, non per compiacersi di erudite analisi di psicologia religiosa o di storia delle sue esperienze [...] ma per ritrovare in se stessa vivente ed operante, nello Spirito Santo, la parola di Cristo, e per scrutare più a fondo il mistero [...] e per ravvivare in sé quella fede [...] e quell’amore che la obbliga a cantare senza posa le lodi di Dio”».

Su questa linea, ha rilanciato il presidente della Cei, «cercheremo di vivificare riflettendo sul cammino sinodale delle nostre Chiese in Italia, avviato con l’assemblea generale di maggio». Ed «è un tempo di grazia per le nostre Chiese» ha insistito il porporato, proprio «per questo cammino già ovunque avviato; per l’incontro a Firenze il 27 febbraio, per proseguire, in modo più approfondito, il cammino intrapreso a Bari, nel febbraio 2020; infine, pandemia permettendo, per l’incontro con gli adolescenti subito dopo Pasqua».

«Preghiamo lo Spirito — ha concluso — perché ci aiuti a cogliere e a vivere le tre opportunità» indicate dal Papa «lo scorso 9 ottobre, durante il momento di riflessione per l’inizio del percorso sinodale. Essere, cioè, Chiesa sinodale; Chiesa dell’ascolto; Chiesa della vicinanza».

Una prospettiva che il cardinale Bassetti ha riproposto nella mattinata di oggi, martedì 23, introducendo i lavori dell’assemblea e rilanciando i tre ambiti in cui la Chiesa in Italia può compiere un vero passo in avanti nell’ambito del processo sinodale: collegialità, ascolto e creatività. Per il porporato, è fondamentale in primo luogo «far maturare la collegialità che viviamo tra di noi verso la sinodalità di tutti i soggetti ecclesiali».

«Abbiamo l’opportunità di coinvolgere tutti i credenti, anche quelli più tiepidi, facendoli sentire non accessori o meri destinatari, ma essenziali della vita della Chiesa», ha aggiunto Bassetti, per il quale «l’evangelizzazione, la missione cioè di portare il Vangelo a ogni creatura, riguarda tutti i battezzati» ed è «l’occasione per apprendere un nuovo “respiro ecclesiale”, quello del popolo di Dio protagonista insieme con il suo pastore».

Soffermandosi poi sul secondo aspetto, quello dell’ascolto, il presidente della Cei lo ha definito come «tappa ecclesiale imprescindibile, alla luce della natura della Chiesa come popolo di Dio». Il discernimento, infatti, «parte già dall’ascolto, se quest’ultimo è libero, sincero e costruttivo». «Anche in questo caso — ha confermato — vedo nel cammino sinodale una opportunità da non perdere per porre le basi di un ascolto dello Spirito e di tutte le voci della Chiesa. Nessuno è esclusivamente docente e nessuno è esclusivamente discente: ci si ascolta, si impara e si cresce insieme».

Terzo e ultimo aspetto, la creatività. Da un lato, ha affermato il presidente della Cei, «le procedure che metteremo in campo nei prossimi mesi dovranno anzitutto tenere conto di quanto abbiamo già a disposizione», ma i vescovi italiani sono anche chiamati a tenere in considerazione «le persone che, pur non essendo pienamente integrate nella vita della Chiesa, avrebbero qualcosa di importante da dire». Si tratta «di tenere il diaframma del cuore il più aperto possibile, per consentire a chi vuole di lasciare un’impronta di luce: anche a chi vive nell’ombra, suo malgrado». «Attraverso il Cammino sinodale — ha aggiunto Bassetti — abbiamo l’occasione, come pastori, di mostrare il volto misericordioso della Chiesa».

Un passaggio dell’introduzione è stato poi dedicato all’impegno della Chiesa «accanto ai più deboli», a cominciare dalle persone vittime di «soprusi e abusi», come pure i migranti che si trovano al confine tra Polonia e Belarus e quelli che dalle coste del Magreb si avventurano nel Mediterraneo. «In comunione con il Papa, abbiamo richiamato nelle scorse settimane la situazione della Libia», ha dichiarato il cardinale.

In una prospettiva di condivisione delle preoccupazioni per il bene comune della società italiana, Bassetti ha inoltre espresso la gratitudine dei vescovi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, «per il servizio reso al Paese in questi sette anni».

Il Sinodo si è trasformato «da evento a processo» ha fatto poi presente il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodi dei vescovi, intervenendo ai lavori dell’assemblea. «Per la prima volta — ha detto — non solo tutti i vescovi, ma tutto il popolo di Dio è coinvolto nel processo sinodale; non solo tutti i battezzati, uomini e donne, individualmente intesi, ma tutte le Chiese sparse per il mondo: si tratta di una decisione di portata enorme, di cui non siamo ancora in grado di misurare gli esiti e le conseguenze».

Presentando, passo per passo, il nuovo stile sinodale che si muove in «armonizzazione» tra la Segreteria generale del Sinodo dei vescovi e la Cei, il cardinale Grech ha ricordato che «l’atto di discernimento compiuto insieme aiuterà anche nell’impresa di delineare il profilo del pastore sinodale. Nella sinodalità — ha aggiunto — siamo tutti apprendisti; ma in una Chiesa sinodale, bisogna che i primi a essere sinodali, ad avere sensibilità, stile, mentalità sinodali, siano i vescovi». E un «pastore sinodale», ha concluso, deve «ascoltare sinodalmente, parlare sinodalmente, agire sinodalmente».