Filippo, un giovane con la sindrome di Down difensore centrale del team “Fratelli tutti”

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20 novembre 2021

Filippo Montemurri, con sindrome di Down, sarà il difensore centrale della “squadra del Papa -Fratelli tutti”. Accanto a lui, a centrocampo, ci saranno il sudanese Mohamed Fadil Saleh e il camerunense Joseph Southy Meiyome, arrivati da Lesbo e della Grecia — proprio dove il Papa sta per recarsi, dal 2 al 6 dicembre — su iniziativa della comunità di Sant’Egidio.

Ecco le “star” della squadra che cercherà di applicare le regole dell’enciclica Fratelli tutti sul campo di calcio nella partita con i rappresentanti della Organizzazione mondiale dei Rom per la lotta alla discriminazione, al razzismo e alla povertà, venuti dalla Croazia. Sarà davvero una partita fraterna, ancor più che amichevole, quella che si giocherà domani, 21 novembre, alle 14.30 nel Centro sportivo della Lazio. Con ingresso gratuito e aperto a tutti.

È stato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, a presentare, all’inizio dell’udienza, il significato della partita che il Papa stesso ha sostenuto.

Proprio la presenza di Filippo (che vive l’esperienza di Special Olympics), Mohamed e Joseph, con indosso la maglietta con la scritta sul petto Fratelli tutti, testimonia come la “squadra del Papa” sia davvero universale, ha detto il cardinale.

E per questa occasione, ha aggiunto, saranno raccolti fondi per sostenere il progetto “Un calcio all’esclusione”, promosso dalla diocesi di Roma per favorire l’inclusione negli oratori dei bambini rom e delle persone più fragili. A questo proposito erano presenti il vescovo ausiliare, monsignor Benoni Ambarus, con don Stefano Meloni, parroco di San Gregorio Magno alla Magliana, nel cui oratorio già giocano i bambini rom, due dei quali stamani Francesco ha abbracciato nella Sala Clementina.

La “squadra del Papa - Fratelli tutti”, ha fatto presente il cardinale Ravasi, è composta da 21 giocatori di 8 nazionalità. Con Filippo, Mohamed e Joseph ci sono guardie svizzere, dipendenti vaticani, figli di dipendenti vaticani (a rilanciare il senso della famiglia), sacerdoti che prestano il loro servizio nella Segreteria di Stato e nella Pontificia accademia ecclesiastica.

Le indicazioni di Papa Francesco sull’educazione dei più giovani sono l’essenza dell’esperienza sportiva inclusiva proposta in Croazia dall’organizzazione rom che nella nunziatura apostolica e nella Conferenza episcopale croata — oltre che nelle realtà sportive del Paese, dalla Dynamo Zagabria al comitato olimpico e alla federazione calcistica — trova collaborazione per i progetti solidali. «Bambini e ragazzi sono coinvolti con un metodo mirato a prevenire ogni forma di emarginazione, con una particolare attenzione alle minoranze e alle persone con disabilità» ha spiegato il presidente Toti Dedić, ringraziando calorosamente il Papa per questa opportunità che darà ancora più slancio alle iniziative per combattere, attraverso l’educazione e lo sport, qualsiasi forma di razzismo e di discriminazione.

La Lazio — che ha sostenuto la realizzazione della partita e accolto nel proprio centro sportivo il gruppo dei rom venuto da Zagabria — ha donato a Francesco una palla di stracci per richiamare quello stile della “pelota de trapo” che il Papa suggerisce per vivere, a tutti i livelli, lo sport come esperienza umana di inclusione, solidarietà, divertimento, gratuità. Per essere davvero “fratelli tutti”, ha detto il presidente Claudio Lotito insistendo sullo sport come veicolo di valori.

Dopo l’udienza con il Papa, le due squadre sono state accolte ai Musei vaticani per una visita alla Cappella Sistina.

In serata saranno allo stadio Olimpico dove, prima del big match Lazio-Juventus, presenteranno ai 60 mila spettatori il contenuto della partita Fratelli tutti e del progetto “Un calcio all’esclusione”, anche con alcuni gesti simbolici che vedranno protagonisti i bambini Rom e i piccoli del Dispensario pediatrico vaticano Santa Marta.

Domenica, dalle 14, la Radio vaticana e Vatican News trasmetteranno in diretta la partita (ed è una prima volta in assoluto).