Tra le clarisse di Spello

Di sorpresa in sorpresa

 Di sorpresa  in sorpresa  QUO-263
18 novembre 2021

Quando Papa Francesco, otto anni fa, ha reso noto il programma del suo Pontificato, racchiuso nel motto miserando atque eligendo, i nostri cuori hanno sussultato, riconoscendo il vento misterioso dello Spirito, il preludio di una sintonia speciale che si sarebbe instaurata con i figli del santo di Assisi e le figlie di santa Chiara, per i quali il Vangelo, la persona di Gesù «che si fa Via», è «regola di vita».

«Vicinanza, compassione, tenerezza: è lo stile di Dio», afferma il Pontefice: uno sguardo di misericordia sul mondo. Ogni volta che queste parole diventano “carne” nella persona del Santo Padre, con gesti spesso inaspettati e sorprendenti, è come se il suo stemma prendesse vita, contagiando chiunque lo avvicina con lo stesso fuoco d’amore che ha fatto rivivere «le ossa aride» (Ez 37, 1-6).

La terza visita

La nostra comunità ha sperimentato tutto questo la prima volta, a Casa Santa Marta nell’agosto 2016, ricevendo dalle Sue mani, e più ancora dal suo cuore e dalle sue parole, la costituzione apostolica per la nostra vita contemplativa, Vultum Dei quærere. Abbiamo colto lo sguardo di Dio nello sguardo stesso del Papa rivolto anche alle realtà più piccole e nascoste. Ci siamo accorte di essere «guardate con sentimento di amore» e chiamate a «prendere parte» al ministero di Pietro, condividendo con la preghiera, con le piccole cose di ogni giorno, con le armi pacifiche della fraternità, il suo sguardo che abbraccia tutti indistintamente.

«La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancora più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all’ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia, dalla vostra mitezza. Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti» ( ff 1469).

Tre volte il Santo Padre ha varcato a sorpresa la soglia del monastero, come un padre premuroso, come un “pellegrino” di passaggio, spezzando il Pane della Parola e dell’Eucaristia, dialogando con noi quasi in un “Capitolo delle Stuoie” al femminile: ascoltando, spiegando, illuminando il cammino, sempre con sentimenti di vicinanza, di compassione, di tenerezza; e anche con l’umorismo dei santi che diventa poi bontà vissuta.

Costrizione di amore

Che cosa possiamo «rendere al Signore» per questi doni di valore inestimabile? Lasciarci convertire ogni giorno dalla Parola, per essere il cuore che nella Chiesa batte di misericordia, è l’unica risposta, quasi una «costrizione di amore», uno sguardo ricevuto gratuitamente, da ridonare gratuitamente.

Il 12 novembre scorso, da questa piccola “cattedra” di Vallegloria, Papa Francesco ha consegnato a tutte un “segreto” capace di operare grandi cose nella vita di chi lo accoglie... Prima di lasciare la nostra comunità, abbiamo visto il Santo Padre volgersi un istante verso Gesù presente nell’Eucaristia... e poi quelle sue parole: «Vi affido a Lui...». Nel suo sguardo il calore di un abbraccio che andava ben oltre il nostro muro di cinta e nella sua voce vibrava il desiderio di echeggiare, lontano: «Vi affido a Lui! Non trascurate mai di parlare con Gesù, non trascurate mai questo... E se qualche volta avete la tentazione di chiacchierare, parlate con Lui!».

Una “collana” per la piccola Linda

Poco lontano dal nostro monastero una sorpresa attende il “Papa delle sorprese”. Sotto lo sguardo vigile degli alberi di Viale Poeta che salutano in silenzio l’autore della Laudato si’, otto piccoli bambini gridano a squarciagola: «Francesco, Francesco, Papa Francesco!». È troppo tardi: la macchina è sfrecciata davanti a loro. Così pensano…, ma quel “bianco pastore” li sorprende alle spalle, scende, li benedice ad uno ad uno insieme alla loro maestra, Antonella. E dona a tutti una preziosa “collana”: così la piccola Linda di tre anni chiamerà la corona del santo rosario.

Le sorelle clarisse di Vallegloria - Spello