Messaggio del Papa alle Commissioni giustizia e pace delle Conferenze episcopali

Coniugare la cura della casa comune con la fraternità e l’amicizia sociale

 Coniugare la cura della casa comune con la fraternità e l’amicizia sociale  QUO-262
17 novembre 2021

«La cura della casa comune e la fraternità e l’amicizia sociale» sono le «due vie» indicate da Papa Francesco ai partecipanti all’incontro mondiale delle Commissioni giustizia e pace delle Conferenze episcopali apertosi stamane, 17 novembre. L’appuntamento, che si svolge fino a domani in modalità online, è dedicato al tema «Le Commissioni giustizia e pace al servizio dello sviluppo umano integrale nell’era (post)covid: Sfide attuali e prospettive per il futuro alla luce della “Laudato si’” e della “Fratelli tutti”». Di seguito il testo del messaggio inviato dal Pontefice e letto in apertura dei lavori dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, che ha organizzato l’incontro.

Cari fratelli e sorelle,

con piacere vi rivolgo il mio saluto con l’augurio di buon lavoro. Ringrazio il Cardinale Turkson e i collaboratori del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale per avervi convocati, seppure a distanza, a condividere esperienze, valutazioni e proposte, in questa fase di crisi globale, alla luce delle Encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti.

Il nostro pensiero va spontaneamente a San Paolo vi , che poco dopo la conclusione del Concilio Vaticano ii istituì la Pontificia Commissione Iustitia et Pax, e a San Giovanni Paolo ii , che la riformò in Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Nella sua Enciclica Populorum progressio (1967) — di attualità impressionante — Papa Montini, dopo aver svolto un’organica riflessione sullo sviluppo integrale dell’umanità, arriva a concludere che esso si può considerare «il nuovo nome della pace» (n. 76). Coerentemente con tale prospettiva, il Dicastero a cui ho affidato la missione di servire lo sviluppo umano integrale ha assunto «la sollecitudine della Santa Sede per quanto riguarda la giustizia e la pace» (Statuto, Art. 1).

Sono certo che questi due Santi Pontefici, con la loro intercessione, continuano ad accompagnare il vostro lavoro, nelle tante Commissioni Giustizia e Pace delle Conferenze Episcopali del mondo intero. Tali Commissioni svolgono un servizio indispensabile, nell’ambito della pastorale sociale delle Chiese locali. Infatti, hanno il compito di diffondere e far conoscere la dottrina sociale della Chiesa, operando fattivamente per la tutela della dignità della persona umana e dei suoi diritti, con un’opzione preferenziale per i poveri e gli ultimi. In tal modo esse contribuiscono a far crescere la giustizia sociale, economica ed ecologica, e a costruire la pace.

Nel portare avanti questa missione, potete attingere ampiamente dalle Encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, sforzandovi di coniugarle secondo le diverse situazioni locali, nei differenti contesti continentali, regionali e nazionali. In effetti, in ogni parte del mondo lo sviluppo integrale, e quindi la giustizia e la pace, si possono costruire solamente attraverso queste due vie: la cura della casa comune e la fraternità e l’amicizia sociale. Due vie che traggono origine dal Vangelo di Cristo, ma sulle quali possiamo camminare insieme con tanti uomini e donne di altre confessioni cristiane, di altre religioni e anche senza una determinata appartenenza religiosa.

Pertanto, vi incoraggio a portare avanti questo lavoro con speranza, determinazione e creatività. Lo faccio ben sapendo quanto sia impegnativo il contesto attuale, caratterizzato dalla crisi sanitaria e sociale dovuta alla pandemia di Covid-19 e da vecchi e nuovi focolai di conflitto, mentre si tende a regredire rispetto agli impegni assunti dopo le immani tragedie del secolo scorso.

La crisi attuale ha rivelato numerose contraddizioni del sistema economico e politico, mentre persistono sfide irrisolte che richiedono l’impegno congiunto di numerosi attori. Vi esorto, dunque, ad affrontare tali questioni anche in collaborazione con altre realtà ecclesiali e civili — locali, regionali e internazionali — impegnate nella promozione della giustizia e della pace.

Cari fratelli e sorelle, affido ciascuno di voi, i vostri collaboratori e i familiari alla materna protezione di Maria Santissima, Regina della Pace, e di cuore vi imparto la Benedizione apostolica.

Roma, San Giovanni in Laterano, 15 novembre 2021, Memoria
di Sant’Alberto Magno.

Francesco