Bailamme

Chi non vorrebbe essere Lazzaro?

12 novembre 2021

E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto, / Dopo le tazze, la marmellata e il tè, / E fra la porcellana e qualche chiacchiera / Fra te e me, ne sarebbe valsa la pena / D’affrontare il problema sorridendo, / Di comprimere tutto l’universo in una palla / E di farlo rotolare verso una domanda che opprime, / Di dire: «Io sono Lazzaro, vengo dal regno dei morti, / Torno per dirvi tutto, vi dirò tutto».

Questi versi imperiosi, scolpiti, sono del maestro Thomas Stearn Eliot, il suo Canto d’amore di J. Alfred Prufrock.

Se compito dei poeti è rinnovare le domande di sempre, nessuno come Eliot le ha sapute affondare nella terra devastata del Novecento. Ma questi versi puntano ad altro, e a un altrove, ci dicono quello che già sappiamo senza avere le parole per dirlo. Ne sarebbe valsa la pena, dopotutto, di accettare la nostra vita, la nostra fatica, le piccolezze di cui le nostre giornate sono stracolme, se solo si potesse affrontare il problema, sorridendo, comprimere l’intero universo nell’unica domanda che conti veramente, che opprime, per arrivare a dire quello che vuole qualsiasi canto d’amore nato a questo mondo. Che vuole l’amore nella sua misura integrale, radicale. Porgere ai piedi di ciò che amiamo la preda cui tutti ambiscono: sono Lazzaro, tornato dal regno dei morti, ti dirò quello che il tuo cuore attende. Ti dirò tutto. Immaginate un padre e una madre che pregano per la salute di un figlio, immaginate chi ha il proprio amore attaccato dal destino. Chi non vorrebbe farsi Lazzaro? Andare a vedere e poi far ritorno.

Liberare dalla morte ciò che amiamo.

Non è forse questa la dismisura dell’amore? E, provocatoriamente, che razza di amore è quello che non lotta mai per liberare ciò che ama dalla morte? Che microscopico amore è quello che non si getta nella realtà alla ricerca di ciò che salvi in eterno? Non scherziamo. Ed Eliot non scherza: tutto l’universo può essere compresso in una palla, tutto può essere ridotto a una sola domanda.

È un inseguimento, un’esplorazione che toglie il fiato, ma è anche l’unico vero motivo che rende degna la nostra vita.

Altrimenti per cosa vale la pena?

di Daniele Mencarelli