Il Papa in un’intervista a «Paris Match»

I governi agiscano contro la pedopornografia

11 novembre 2021

I gruppi responsabili della produzione di materiale pedopornografico «si comportano come mafie che si nascondono e si difendono». E «i governi dovrebbero prendere provvedimenti» contro questo fenomeno «il più presto possibile». Lo ha detto Papa Francesco in una intervista rilasciata a Caroline Pigozzi in occasione dei settant’anni di «Paris Match» e pubblicata sull’ultimo numero della rivista francese.

Nel parlare della «produzione» della pedopornografia, il Pontefice ha sottolineato il fatto che le vittime «sono dei bambini e dei minorenni che vengono filmati». In particolare, riguardo al rapporto Sauvé — l’indagine promossa dall’episcopato francese sugli abusi — ha ricordato di averne parlato il giorno successivo all’uscita dei dati, usando la parola chiave «vergogna», che si riferisce prima di tutto al passo del profeta: «A te, o Signore, sia la gloria, a me la vergogna».

Un altro argomento toccato dall’intervistatrice è la lotta al covid-19. La Pigozzi gli ha chiesto cosa possa fare la Chiesa perché questa battaglia non vada solo a beneficio dei ricchi. Il Papa ha evidenziato l’efficiente lavoro della Commissione vaticana creata all’interno del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Questo organismo, ha affermato, «ha coinvolto le Chiese, le varie istituzioni e tutti i volontari che hanno combattuto la pandemia sul terreno con coraggio e determinazione». Una missione volontaria che «si è nutrita di scambi, esperienze multiple»; in tal modo la commissione «ha potuto essere coinvolta in modo positivo, prendere decisioni dopo aver raccolto le opinioni di tutti i responsabili». Questo tipo di impegno, «attraverso azioni concrete su larga scala, rimane essenziale — ha affermato il Pontefice — per affrontare la crisi globale, e richiede che siamo in grado di guardare in faccia il futuro».

Il Papa ha parlato poi dei progetti futuri, delle «nuove sfide a cui occorre prepararsi», della riforma della Curia: «Dalla mia elezione al soglio di Pietro, ho cercato di mettere in pratica ciò che i cardinali hanno chiesto durante le riunioni del pre-conclave. Non tutto è stato realizzato finora».

Riguardo alla domanda se la Chiesa universale non abbia più il suo centro in Europa, il Pontefice ha ricordato quanto «sia attento alle opinioni sulla Chiesa universale». Si tratta di sapere «se deve stare al centro o alla periferia»: la Chiesa universale che «guarda verso le periferie e le periferie che guardano verso il centro. Mi piace la dialettica centro-periferia». Tale questione essenziale «definisce il modo in cui si esercita la collegialità dei vescovi». Infatti, è proprio il tema su cui si concentrerà il Sinodo dei vescovi. In realtà, il centro e la periferia «si muovono l’uno verso l’altro, avanzano insieme e si completano a vicenda».

L’intervista comparirà nel libro Pourquoi eux («Perché loro»), edito dalla casa editrice Plon, in uscita il prossimo 18 novembre, nel quale Caroline Pigozzi ripercorre i suoi incontri con Pontefici, capi di Stato e altre personalità.