Quella “nausea” che spacca il mondo in due

Sartre e l’asino alla deriva

09 novembre 2021
Sin dalla prima stesura (1931) La nausea si configurava come un romanzo sulla “contingenza umana”. Di conseguenza Jean-Paul Sartre si apprestava a tessere una sorta di monologo interiore — attraverso il protagonista Antoine Roquentin — visto che il tema ben si prestava ad una riflessione profonda, attenta a investire dinamiche e implicazioni legate al concetto di effimero e di transeunte. E quale luogo più calzante e propizio, per elaborare al meglio una solenne meditazione, di una panchina? Scrive Sartre: «La Nausea non è in me. Io la sento laggiù nel muro, sulle bretelle, dappertutto attorno a me. Fa tutto col caffè, sono io che sono in essa». Tali considerazioni — espresse nella modalità discorsiva del flusso di coscienza — trovano nella panchina il letto di Procuste: più la ...

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