Secondo Vittorio Magnano Lampugnani

Perché c’è ancora bisogno di panchine pubbliche

 Perché c’è  ancora bisogno  di panchine pubbliche  QUO-255
09 novembre 2021
«I Medici vollero che una panchina in pietra delimitasse tutto il perimetro dell’imponente palazzo che si fecero costruire nel centro cittadino dallo scultore e architetto Michelozzo di Bartolomeo Michelozzi tra il 1444 e il 1460. La panchina ingentiliva l’aspetto inospitale del colosso, che soprattutto al piano terra si presentava più come una fortezza che come un palazzo signorile. Voleva essere un gesto di conciliazione nei confronti dei cittadini che i nuovi signori di Firenze si accingevano a sottomettere». C’è una tappa anche per le panchine nel viaggio di Vittorio Magnago Lampugnani (studioso di storia della città, nato in Italia ma formatosi e stabilitosi in Germania) tra quei particolari che rendono uniche le nostre città. Un viaggio presentato in Frammenti urbani. I piccoli oggetti che ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati