Una visione aggiornata della finanza sostenibile

 Una visione aggiornata della finanza sostenibile  QUO-254
08 novembre 2021

Le idee di deregolamentazione e laissez faire prevalenti durante l’era della iper-globalizzazione sono state minate da una sequenza di eventi storici, in particolare la grande crisi finanziaria del 2007-2008, la crisi dell'euro del 2011-2012 e l’emergenza pandemica dal 2020.

Le ingenti risorse che i governi hanno speso per salvare l’economia mondiale, dall’inizio della pandemia, sono un segno molto concreto della nuova epoca. Questa svolta storica ha coinciso con la crescente consapevolezza del fatto che la decarbonizzazione dell'economia mondiale non può più essere rimandata.

Per realizzare una rapida transizione verso un sistema produttivo sostenibile, sono necessari enormi investimenti, che saranno finanziati sia dagli Stati che dai mercati. È decisivo che in campo finanziario, la transizione non sia solo un’occasione, per banche e intermediari finanziari, per sviluppare nuovi prodotti ma che spinga tutti gli attori in gioco a ripensare le politiche di investimento e il funzionamento dei mercati, per progettare una finanza davvero sostenibile sul piano sociale e ambientale.

Tragicamente, la pandemia ha dimostrato che il potenziale dirompente del cambiamento climatico è ancora più forte di quanto si pensasse in precedenza perché: «Le cause profonde del cambiamento climatico, come la deforestazione e la perdita di habitat, aumentando la possibilità di contatto tra persone e animali selvatici, amplificano il rischio di nuove pandemie future», come ha sostenuto il governatore della Banca d’Italia, Visco.

Occorre che le autorità favoriscano una rapida transizione, necessaria per evitare che il cambiamento climatico produca danni irreparabili all’economia e alle società mondiali spingendo nel contempo le imprese a intraprendere la sfida della transizione per impedire che la trasformazione sia foriera di declino economico. I problemi sul tappeto sono complessi anche a livello istituzionale internazionale e coinvolgono il bilanciamento degli interessi fra diverse economie.

La chiave di azione è però unica: è quella indicata da Papa Francesco nella lettera enciclica Laudato si’, dedicata alla cura della nostra casa comune. Solo il concetto di “ecologia integrale”, permette di rispondere insieme al grido della terra ma anche al grido dei poveri. L’ecologia integrale è un invito a una visione integrale della vita, a partire dalla convinzione che tutto nel mondo è connesso e che, come ci ha ricordato la pandemia, siamo interdipendenti gli uni dagli altri, e anche dipendenti dalla nostra madre terra.

di Giuseppe Mastromatteo
e Lorenzo Esposito