Ginevra, 8. La piaga della fame colpisce sempre più persone nel mondo. Dal 2019, evidenzia un dettagliato rapporto del Programma alimentare mondiale (Pam), il numero di quanti soffrono di malnutrizione è aumentato da 29 milioni a 45 milioni. Dati che devono fare riflettere.
Le ragioni di questo drammatico incremento sono molteplici. In particolare, l’aggravarsi dell’insicurezza alimentare può essere attribuito al maggior numero di conflitti e ai sempre più ricorrenti effetti della crisi climatica, che minano i mezzi di sussistenza delle famiglie. A questo si aggiunge la pandemia data dal covid-19.
La situazione è in rapido peggioramento in ben 16 Paesi in Africa, 4 in America Centrale e 3 in Asia. I casi più gravi sono stati riscontrati in Afghanistan, Etiopia, Haiti, Somalia, Angola, Kenya e in Burundi.
«Decine di milioni di persone sono sul bordo dell’abisso», ha senza mezzi termini dichiarato il direttore esecutivo del Pam, David Beasley. Nel totale sono circa 5,7 milioni i bambini sotto i cinque anni che sono sull’orlo della fame, oltre il 50% in più rispetto al 2019.
Attualmente, spiega il Programma alimentare mondiale, le risorse disponibili non sono in grado di tenere il passo con la domanda, proprio in un momento in cui i flussi di finanziamento tradizionali sono in difficoltà. Si stima che il costo per scongiurare la carestia a livello globale ammonti ora a 7 miliardi di dollari, contro i 6,6 miliardi di dollari dell’inizio dell’anno.
Il timore è che — in alcune aree del mondo — a una situazione di crisi ed emergenza si possa passare a breve ad una catastrofe.