Una missione di servizio

05 novembre 2021

Quattro mesi dopo il ricovero dello scorso luglio per un intervento chirurgico, Papa Francesco è tornato stamani al Policlinico Agostino Gemelli di Roma: non più come paziente, ma per celebrare i 60 anni dell’inaugurazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università cattolica del Sacro Cuore.

Giunto in automobile da Casa Santa Marta, è stato salutato nel grande piazzale da centinaia di persone legate alla realtà dell’ateneo: medici, infermieri, ausiliari, docenti, studenti, specializzandi e ricercatori. Un’accoglienza calorosa per ricordare con gratitudine il sessantesimo anniversario del servizio di un’istituzione che trova ispirazione nei principi del fondatore, padre Agostino Gemelli, e dei Pontefici che nel corso di questo tempo l’hanno sostenuta.

Papa Francesco ha presieduto il rito sul palco allestito per l’occasione proprio davanti alla Facoltà. Ha chiesto a tutti di avere coraggio e ha indicato tre parole sulle quali riflettere: ricordo, passione, conforto.

Insieme con lui hanno concelebrato, tra gli altri, i vescovi Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’ateneo, e Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Per ricordare le radici di questa realtà, è stato scelto di celebrare secondo il proprio della messa votiva del Sacro Cuore.

Alla preghiera dei fedeli le intenzioni sono state per la Chiesa che vive l’esperienza sinodale, per Papa Francesco e il collegio episcopale, per i governanti affinché sappiano promuovere il bene comune, per gli studenti, i professori, il personale dell’università e del Policlinico e per tutti i presenti.

Ha animato la liturgia il coro composto dal personale e dagli allievi del centro pastorale universitario. Al termine, il rettore Franco Anelli ha rivolto un breve saluto al Papa, mentre all’inizio era stato il vescovo Giuliodori a farlo.

Quale segno tangibile della sua missione al servizio di chi soffre, per ricordare la ricorrenza anniversaria l’università ha donato — attraverso l’Elemosineria apostolica — farmaci di prima necessità per strutture sanitarie di Libano, Siria e Sudan.