
30 ottobre 2021
La poesia della morte ha i suoi luoghi deputati, come il libro vii dell’Antologia Palatina, composto di 748 epigrammi funerari, e l’ viii della stessa che comprende 165 epitaffi di Gregorio di Nazianzo. Oppure si può pensare alla poesia sepolcrale di fine settecento, all’Elegia scritta sopra un cimitero di campagna di Thomas Gray del 1751, ai versi dei Sepolcri di Ugo Foscolo (1807) e agli echi che di questa tradizione sia classica che neoclassica raccolgono l’Antologia di Spoon River di E.L. Masters (1915) e la sua magistrale rivisitazione in musica di Fabrizio De André nell’album Non al denaro non all’amore né al cielo del 1971.
Tuttavia al di là del genere letterario, la grande lirica del Novecento è ricca di componimenti che riprendono la forma epigrammatica della poesia funebre. È il caso ...
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