Prosegue il viaggio in Siria del cardinale Sandri

Ospedali al servizio degli ultimi

 Ospedali al servizio degli ultimi  QUO-247
29 ottobre 2021

È stato all’insegna della carità il terzo giorno del viaggio in Siria del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali. Giovedì 28 ottobre il porporato ha visitato due realtà di assistenza e cura: l’ospedale italiano e quello francese di Damasco. Lo accompagnavano il nunzio apostolico, cardinale Mario Zenari, e due rappresentanti di Avsi, l’organizzazione non profit che dal 2017 porta avanti l’iniziativa «Ospedali aperti».

Nato dall’esigenza di utilizzare tutte le potenzialità e le professionalità di tre nosocomi cattolici no profit — il Saint Louis ad Aleppo e quelli italiano e francese nella capitale siriana — il progetto è stato promosso dal nunzio apostolico, in collaborazione con le congregazioni religiose che gestiscono le strutture sanitarie, il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, la stessa Avsi e la fondazione Policlinico Gemelli in qualità di partner scientifico-sanitario. L’iniziale durata stabilita in tre anni, dal 2017 al 2020, è stata prorogata al 2021 e da poco al 2023, anche se di recente emerge la fatica a sostenere le spese, garantendo la continuazione delle attività.

Si sta lavorando quindi da anni sull’adeguamento delle realtà esistenti, che rimarranno in eredità anche quando il progetto non potesse essere più portato avanti, tentando al contempo di trattenere il personale medico e infermieristico con un bonus salariale volto a scoraggiare l’abbandono della Siria e l’emigrazione in altre nazioni. Altro filone d’intervento è la fornitura di cure gratuite alla popolazione, dalle visite specialistiche alle operazioni chirurgiche, che finora hanno coinvolto quasi 50.000 pazienti. Per fronteggiare la pandemia, inoltre, sono state fornite attrezzature mediche e di prevenzione per il covid-19.

Nell’ospedale italiano di Damasco il cardinale Sandri è stato accolto dalle Figlie di Maria ausiliatrice, che dirigono e coordinano le attività, dai salesiani e dal direttore sanitario, un medico siriano. Le religiose hanno espresso la loro gratitudine al prefetto per la visita di incoraggiamento, che dà speranza a un piccolo gregge qual è quello dei cristiani in Siria. L’opera assistenziale nel nosocomio è davvero una frontiera di carità, che non guarda a distinzioni confessionali o religiose. Ormai giungono anche molte famiglie musulmane da altre parti della Siria, che spesso parlando con le suore dicono: «Abbiamo sentito parlare di voi, non solo perché curate senza chiedere nulla in cambio, ma perché il vostro modo di accogliere le persone e servirle è diverso». Il cardinale ha ricordato come anche in questo ambito il dialogo della vita sia quello più fruttuoso, perché, anziché discutere delle differenze a tavolino, mostra nel concreto lo stile e la carità dei discepoli di Gesù.

Nella visita all’ospedale francese, situato in una zona che durante il conflitto era attigua a quella fatta oggetto di bombardamenti e colpi di mortaio, Sandri è stato accolto dalle Suore della carità (Vincenziane). Durante l’incontro è stato messo in evidenza il rischio che il personale medico lasci il Paese se non si interviene adeguatamente. Molti giovani hanno già fatto la richiesta di visto per dirigersi verso Stati Uniti d’America, Canada o Australia. Gli stipendi non permettono di vivere dignitosamente e l’integrazione salariale che il progetto «Ospedali aperti» fornisce è un tentativo di fermare l’emorragia della popolazione, ma non potrà durare a lungo.

Dalle “case della carità” alla casa della fraternità: il porporato si è incontrato per più di un’ora con il patriarca greco ortodosso di Antiochia, Sua Beatitudine Youhanna x , che era accompagnato da quattro vescovi.

Il patriarca ha ricordato con gratitudine sia l’incontro del 1° luglio in Vaticano sulla situazione del Libano come pure la riunione del gruppo cattolico-ortodosso Sant’Ireneo, i cui prossimi lavori potrebbero essere ospitati nella sede patriarcale di Balamand, in Libano.

Il cardinale Sandri ha recato il saluto di Papa Francesco, lasciando in dono la medaglia del ix anno di pontificato.