L’albero di Natale arriverà dal Trentino

Un presepe andino in piazza San Pietro

28 ottobre 2021

Avranno i tratti somatici e l’abbigliamento tipico dei popoli andini gli oltre trenta personaggi a grandezza naturale del presepe proveniente dal Perú, che sarà allestito in piazza San Pietro per il Natale 2021. Lo rende noto oggi un comunicato del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, dopo che Papa Francesco ne aveva parlato al termine dell’Angelus di domenica scorsa, 24 ottobre, salutando la comunità del Paese latinoamericano nella festa del Señor de los Milagros.

La rappresentazione della Natività giunge dal villaggio di Chopcca, nel dipartimento di Huancavelica, ed è stata realizzata da cinque noti artisti locali; mentre arriva da Andalo, in Trentino, il maestoso abete rosso di 28 metri che troverà posto accanto alla prima nei pressi dell’obelisco della piazza fino al 9 gennaio, domenica del Battesimo del Signore.

Il presepe peruviano intende commemorare i duecento anni dell’indipendenza nazionale, riproducendo uno spaccato della vita dei popoli delle Ande, e simboleggiare la chiamata universale alla salvezza, in quanto il Figlio di Dio si è incarnato per salvare ogni uomo e donna della Terra, indipendentemente dalla lingua, popolo, cultura e nazione di appartenenza. Infatti le statue del Bambino Gesù, della Vergine Maria, di san Giuseppe, dei Re magi e dei pastori — realizzate in ceramica, legno maguey (agave) e vetroresina — indosseranno i costumi tradizionali Chopcca: Gesù avrà le sembianze di un bambino “Hilipuska”, avvolto dalla tipica coperta Huancavelica e legato con un “chumpi” o cintura intrecciata; i Re magi avranno bisacce o sacchi contenenti alimenti locali (patate, quinoa, kiwicha, cañihua) e saranno accompagnati da lama, recanti sul dorso la bandiera peruviana; la nascita del Salvatore sarà annunciata da un angelo bambino, che suona lo strumento a fiato chiamato Wajrapuco; e avranno spazio anche statue di animali appartenenti alla fauna andina (alpaca, vigogne, pecore, vizcachas, parihuanas e il condor simbolo nazionale del Perú).

La realizzazione è nata dalla collaborazione tra la Conferenza episcopale nazionale, la diocesi di Huancavelica, il Governo regionale, i ministeri del Commercio estero e del turismo e degli Affari esteri, e l’ambasciata peruviana presso la Santa Sede. Vi sarà in scala ridotta, anche, una rappresentazione della comunità rurale Chopcca, con la sua cultura, tradizione e gli strumenti di lavoro ancestrali che i contadini usano per arare la terra. Di lingua quechua, con poco più di 10.000 abitanti, si trova a est di Huancavelica, capitale del dipartimento omonimo, a un’altitudine che va dai 3.680 ai 4.500 metri sul livello del mare, in un territorio attraversato dal Qhapaq Ñan (sentiero inca).

Ntant che pòlsest va a tagliar su legna (“mentre ti riposi taglia un po’ di legna!”): questo detto rappresenta l’operosità e il modo di affrontare la vita degli abitanti di Andalo. La località trentina nel comprensorio Dolomiti Paganella è immersa tra boschi secolari, in prevalenza composti da aghifoglie e latifoglie; ed è da essi che è stato prelevato il grande peccio (Picea abies) che proviene da un progetto di gestione forestale sostenibile. La Delegazione trentina ne curerà anche le decorazioni con addobbi sferici in legno. Da parte sua il Governatorato, come di consueto, tramite la Direzione delle Infrastrutture e Servizi, si occuperà dell’illuminazione con un impianto a led a basso consumo energetico.

L’inaugurazione del presepe e l’accensione dell’albero in piazza San Pietro si terranno, nel rispetto delle normative per contrastare il diffondersi della pandemia da covid-19, venerdì 10 dicembre, alle 17. La cerimonia sarà presieduta dall’arcivescovo Fernando Vérgez Alzaga, presidente del Governatorato. Lo stesso giorno, in mattinata, le delegazioni di Huancavelica e di Andalo saranno ricevute in udienza dal Papa per la presentazione ufficiale dei doni. Con loro anche il gruppo giovani della parrocchia San Bartolomeo apostolo di Gallio — provincia di Vicenza e diocesi di Padova — che cureranno il presepe dell’Aula Paolo vi . Insieme con i coetanei dell’unità pastorale che comprende anche Foza, Sasso e Stoccareddo, essi hanno scelto di riprodurre uno “stalotto” — rustico destinato al ricovero degli animali — che ospita pochi personaggi a grandezza naturale: la Sacra famiglia, un pastore che porta sulle spalle un agnellino e con una pecora ai suoi piedi, una donna che tiene una colomba dentro un cestino; statue di animali da cortile come conigli, galline e un gatto. All’interno sono stati collocati vari utensili usati dai contadini dell’altopiano: seghe, rastrelli, zappe, uno stampo in legno per preparare il burro, oltre a contenitori per il latte, racchette per la neve, damigiane per il vino e gabbie per uccelli da richiamo. All’esterno, un recinto per conigli fatto da caratteristiche lastre di pietra: le “Stoan platten” ancora oggi delimitano i confini tra le abitazioni e segnalano i sentieri. Vi è anche una legnaia con tronchi tagliati e lasciati ad essiccare, che serviranno ad alimentare una piccola stufa.