«Inchiesta sulla storia dei primi secoli della Chiesa»: presentato il convegno

Collaborazione aperta a tutti

26 ottobre 2021

Si è voluto «rispondere al pressante invito» di Papa Francesco a lavorare con studiosi di «tutti gli ambienti scientifici, delle più variegate sensibilità culturali, e dei più diversi approcci storiografici», nel programmare il convegno internazionale di studi «Inchiesta sulla storia dei primi secoli della Chiesa», organizzato dal Pontificio Comitato di scienze storiche, in collaborazione con l’Université Catholique de Lyon. Lo ha sottolineato il premostratense Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato, durante la conferenza di presentazione dell’incontro, svoltasi martedì mattina, 26 ottobre, nella Sala stampa della Santa Sede.

In questa ottica di apertura, sono stati invitati dal 27 al 29 ottobre, in Vaticano, presso l’Istituto Maria Santissima Bambina, specialisti della geografia e della storia dei primi secoli, delle vie del commercio e dell’economia nel mondo romano e in Asia, con «una particolare attenzione ai movimenti della diaspora ebraica e agli itinerari dei primi missionari». Infatti, lo studio dei monumenti letterari pagani e cristiani, ha fatto notare Ardura, «le ricerche archeologiche in Oriente e in Occidente, offrono conoscenze nuove e aprono prospettive finora insospettabili, assieme a quelle che permettono le nuove tecnologie».

D’altronde, in questi ultimi anni, Papa Francesco, ha continuato il relatore, ha voluto insistere «sulla necessità per il Comitato di promuovere una feconda collaborazione in campo scientifico non soltanto con le istituzioni accademiche cattoliche», ma anche con tutti gli storici e specialisti «delle scienze ausiliarie della storia, pronti a lavorare insieme nella ricerca della verità, tenendo solo in conto le loro competenze scientifiche».

L’approccio storiografico aperto, scelto per questo incontro, ha spiegato il premostratense, illustra «il termine chiave» del convegno: «Inchiesta». Su un argomento così ampio e alla «presenza di incessanti novità, frutto di instancabili ricerche nella varietà dei campi delle scienze collegate alla storia, questo convegno non ha assolutamente alcuna pretesa di giungere a risultati definitivi». Infatti, l’appuntamento è e vuole essere una «Inchiesta», cioè «una indagine sui primi secoli di storia della Chiesa, svolta allo scopo di determinare quali elementi si possano considerare come certi, o probabili, o come superati dalle nuove conoscenze acquisite».

Il presidente del Pontificio Comitato ha rimarcato che nel corso dei secoli, almeno due visioni della storia dei primi secoli della Chiesa si sono spesso contrapposte. La prima, «illustrata dalla Storia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea», che vuole presentare vita della Chiesa, dal tempo degli apostoli fino ai suoi giorni, in modo particolare per quanto riguarda «le successioni episcopali nelle sedi più importanti, la storia dei teologi cristiani e delle eresie, nonché la storia dei martiri». La seconda si presenta come alternativa al modello eusebiano, e adotta la «convinzione secondo la quale ci fu una decadenza e una costante corruzione del cristianesimo, a partire dall’antichità e fino alla Riforma protestante del secolo xvi ».

L’atteggiamento dei riformatori nei confronti della storia cristiana anteriore, ha spiegato Ardura, è tratteggiato da Calvino: «Sono accettati i primi concili ecumenici, sino a quello di Calcedonia del 451», poiché contengono «solo una pura ed evidente interpretazione della Scrittura».

Alla presentazione è intervenuto anche Gaetano Lettieri, membro del Pontificio Comitato e direttore del Dipartimento di storia, antropologia, religioni, arte e spettacolo dell’università La Sapienza di Roma.