Come rendere umane le migrazioni

Wandmalerei am Eingang zum Landesamt fuer Einwanderung, Berlin Immigration Office, ...
22 ottobre 2021

Come dare dignità alla migrazione degli esseri umani? E come, al riguardo, sviluppare orientamenti che guidino l’azione sullo sfondo delle riflessioni teologiche e dell’esperienza pratica delle Chiese? Sono alcune delle domande di fondo che collegano i temi contenuti nel documento congiunto Migration menschenwürdig gestalten, presentato ieri, 21 ottobre, dalla Conferenza episcopale tedesca e dalla Chiesa evangelica in Germania. Il testo è stato preparato in collaborazione con il Gruppo di lavoro delle Chiese cristiane in Germania e approfondisce la complessa realtà degli attuali movimenti migratori, in particolare dei rifugiati. Alla conferenza stampa di presentazione il vescovo di Osnabrück, Franz-Josef Hermann Bode, vicepresidente dell’episcopato, ha sottolineato che, con questo documento, le Chiese stanno inviando un segnale chiaro per la coesione sociale e contro ogni forma di misantropia: «Quando le persone vengono molestate e offese a causa del colore della pelle o della visione del mondo, il nostro posto è al loro fianco. Il razzismo nega la dignità data da Dio a ogni essere umano». Dal canto suo il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica, mettendo a fuoco la politica europea sui rifugiati, ha osservato che «per oltre 82 milioni di persone che attualmente viaggiano in tutto il mondo si tratta solo di sopravvivenza. Il fatto che la dignità dei diritti dei rifugiati siano disattesi e violati in così tanti luoghi, comprese le frontiere esterne dell’Ue, è scandaloso e vergognoso. Ecco perché siamo fortemente impegnati in una politica europea dei rifugiati basata sui diritti umani».

La prefazione del documento è affidata al vescovo di Limburg, Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca, allo stesso Bedford-Strohm e all’arciprete greco-ortodosso Radu Constantin Miron, presidente delle Chiese cristiane in Germania. In essa ricordano che la storia del cristianesimo è sempre stata legata a questioni di migrazione e fuga. È una storia di conoscenza che continua ancora oggi: «Stiamo imparando di nuovo come le sacre Scritture possono essere lette e comprese come libro delle migrazioni, come si vive l’interculturalità nella vita quotidiana della Chiesa, come la convivenza può avere una riuscita nella diversità». Per quanto riguarda invece la “configurazione politica” del processo migratorio, i tre rappresentanti cristiani sottolineano che «un ordine migratorio equo può essere realizzato solo, a livello nazionale o internazionale, se l’attenzione è rivolta al bene comune universale e se si cerca un equilibrio tra i diversi interessi. Fondamentali al riguardo — si evidenzia — sono l’inviolabilità della dignità di ogni essere umano e il rispetto dei diritti umani».

Migration menschenwürdig gestalten comincia con l’analisi delle aree di dibattito relativo alla questione migratoria degli ultimi due decenni, facendo seguire lo sviluppo di prospettive biblico-teologiche che introducono la migrazione come tema centrale della fede cristiana, la riflessione sui fondamenti di un’etica cristiana della migrazione, e si conclude mettendo in risalto i temi della dimensione della cooperazione internazionale e della giustizia globale, della politica migratoria e di asilo e dell’integrazione sociale come aree politiche comuni.

Il Gruppo di lavoro ecumenico è stato creato nel 2018. La bozza del testo ha avuto una lunga fase di elaborazione ed è stata prima sottoposta all’attenzione di esperti, scienziati ed ecclesiastici.

di Giovanni Zavatta