Pauline Jaricot, fondatrice della prima delle Pom, sarà beatificata a maggio

L’intuizione di una giovane donna

 L’intuizione  di una giovane donna  QUO-240
21 ottobre 2021

Il mio intervento vorrebbe ampliare lo sguardo oltre questa Giornata missionaria mondiale verso il 2022, anno in cui celebreremo diversi anniversari legati al mondo missionario: 400 anni della Congregazione, 200 dalla fondazione della prima Opera missionaria, l’Opera per la propagazione della fede, 100 anni dalla elevazione a Pontificie di tre delle quattro delle nostre Opere. In quel grande contesto celebreremo a Lione il prossimo 22 maggio la beatificazione di Pauline Jaricot, la fondatrice della prima Opera.

Dei tanti elementi biografici che mi piacerebbe metterne in evidenza, vorrei rilevare tre aspetti che rendono moderna questa giovane lionese, morta nel 1862.

Si tratta di una giovane donna. Si parla ampiamente in questi periodi della promozione della donna nella Chiesa. Uno sguardo alla storia ci dice che la donna ha inciso enormemente nella vita della Chiesa e questo è uno di quegli esempi che dimostra come una reale ispirazione trovi spazio nella Chiesa, forse proprio perché viene da una donna. Non dimentichiamo che in quello stesso secolo xix ci fu una enorme fioritura di istituti religiosi femminili che si dedicavano a scuole, orfanotrofi, catechesi, missione, ospedali; in questo caso abbiamo a che fare con una donna che non è mai entrata in convento.

Pauline è stata una grande missionaria. Mi sembra importante rilevare che la chiave di comprensione per capire questa donna è stata la sua ansia missionaria. L’Opera per la propagazione della fede, e prima ancora i suoi circoli di preghiera per la missione, il Rosario vivente, il suo tentativo di costruire una fabbrica ideale per venire incontro ai bisogni spirituali e promuovere la dignità degli operai dell’epoca, tutto è stato fatto per evangelizzare l’ambiente francese e per sostenere la missione in un periodo di forte scristianizzazione dopo la rivoluzione francese. Sinteticamente credo si possa dire che voleva coinvolgere nella missione in terre lontane per evangelizzare nelle terre vicine.

Per usare quanto lei stessa ha detto, Pauline è un seme da cui è nato un grande albero. Non è eccezionale solo per la santità della vita, ma per la grandezza dei frutti della sua opera. Ha messo in moto un vero movimento spirituale missionario grazie all’Opera della propagazione della fede, che ha avuto una diffusione immediata e capillare, anche perché costruito su un sistema semplice, ma geniale: gruppi di 10 persone, che poi si riunivano in 100 e poi in mille con un responsabile ad ogni livello. Neppure un anno dopo l’Opera è stata riconosciuta da Pio vii e nel 1825 il re di Francia la prendeva sotto la sua protezione con un dono di 4.000 franchi. Se nel 1822 raccoglieva 22.915 franchi, nel 1838 erano già 1.343.000 e due anni dopo 2,5 milioni, di cui il 45% raccolti fuori della Francia. Se il «Bollettino dell’Opera» nel 1825 vendeva 10.000 esemplari, nel 1830 erano già 40.000, senza contare le traduzioni. Fu a Pauline che si rivolse monsignor Forbin-Janson per applicare questo modello alla nascente Opera dell’infanzia missionaria.

Posso dire senza esitazioni che il contributo delle Opere, che da questa intuizione hanno avuto origine, è stato essenziale per la storia delle missioni nel xix e nel xx secolo, perché hanno coinvolto la base dei fedeli cattolici e li hanno sensibilizzati alla missione.

Ma questo non è solo storia, se pensate che nell’anno corrente l’Opera della propagazione della fede ha sostenuto con un contributo per le spese correnti 893 circoscrizioni ecclesiastiche in territorio di missione e ha investito più di 10 milioni di dollari Usa per la formazione di catechisti, mentre l’Opera di San Pietro apostolo ha finanziato la formazione di 76.541 seminaristi in 746 seminari. E tale attualità si mostra anche nel fatto che nel 2000 è nata una nuova associazione pubblica di fedeli nella diocesi di Caserta, che si ispira al carisma di Pauline Jaricot. Una ragazza di 23 anni ha messo in moto qualcosa che neppure lei avrebbe immaginato e di cui la Chiesa ha beneficiato e continua a beneficiare.

Vorrei concludere che tutto questo è stato possibile anche per il sostegno dei Papi, che regolarmente hanno promosso il carisma delle Pontificie opere missionarie. Così anche Papa Francesco con il Messaggio di quest’anno. Già nel 2016, in occasione del 90° anniversario della Giornata mondiale missionaria, Papa Francesco scriveva: «Ritengo pertanto opportuno richiamare le sapienti indicazioni dei miei Predecessori, i quali disposero che a questa Opera andassero destinate tutte le offerte che ogni diocesi, parrocchia, comunità religiosa, associazione e movimento ecclesiale, di ogni parte del mondo, potessero raccogliere per soccorrere le comunità cristiane bisognose di aiuti e per dare forza all’annuncio del Vangelo fino agli estremi confini della terra. Ancora oggi non ci sottraiamo a questo gesto di comunione ecclesiale missionaria».

di Giampietro Dal Toso