All’udienza generale

Se Paoletto «aiuta» il Papa nella catechesi

 Se Paoletto «aiuta» il Papa nella catechesi  QUO-239
20 ottobre 2021

Paolo ha 10 anni e c’è scritto “disabile” sui documenti che la sua famiglia deve presentare per farlo accettare — non è scontato... — a scuola o anche in una palestra.

Stamani Paoletto — 10 anni e “disabile” — è arrivato nell’Aula Paolo vi , con la sua famiglia da San Ferdinando di Puglia, e ha “aiutato” Papa Francesco a svolgere la catechesi dell’udienza generale del mercoledì, dedicata alla “libertà” nelle parole della Lettera ai Galati.

E di “libertà” si è fatto testimone il ragazzo, tanto che Francesco ha arricchito la sua meditazione proprio dopo averlo conosciuto.

E sì, perché proprio all’inizio dell’udienza Paoletto ha deciso di andare a salutare il Papa. Sono valse a nulla le raccomandazioni della mamma e del papà a star fermo: Paoletto è partito in quarta, è salito su per la scalinata dell’Aula ed è andato dritto dritto da Francesco mentre, in lingua tedesca, monsignor Winfried König stava leggendo il passo della Lettera ai Galati, proposto per la meditazione di oggi. Un passo centrato, appunto, sulla libertà che “si realizza nella carità” (5, 13-14).

Sorridendo il Papa ha invitato Paoletto a restare accanto a lui. Tanto che il reggente della Prefettura della Casa pontificia, monsignor Leonardo Sapienza, si è alzato per lasciargli il posto.

Ma a sedere Paoletto è rimasto solo qualche istante: si è subito, nuovamente, riavvicinato al Papa stringendogli entrambe le mani e saltellando per comunicargli tutta la sua gioia di essere lì, con lui.

Per poi andare a prendere per mano il lettore di lingua portoghese, don Antonio Augusto Brum Hofmeister, con un “obiettivo” chiaro: avere in regalo lo zucchetto del Papa. Naturalmente, missione riuscitissima! La mamma si è poi avvicinata e — con l’esperienza della delicatezza — ha accompagnato Paoletto al suo posto. Chiaro, con in testa la “papalina” bianca.

Francesco ha preso le mosse proprio dalla libertà di Paoletto per la catechesi: «Mi è venuto in mente quello che Gesù diceva sulla spontaneità e la libertà dei bambini, quando questo bambino ha avuto la libertà di avvicinarsi e muoversi come se fosse a casa sua».

Con affetto il Papa ha ringraziato Paoletto «per la lezione che ha dato a tutti noi. E che il Signore lo aiuti nella sua limitazione, nella sua crescita perché ha dato questa testimonianza che gli è venuta dal cuore». Anche perché, ha aggiunto il Papa, «i bambini non hanno un traduttore automatico dal cuore alla vita: il cuore va avanti».

Al termine della catechesi e dei saluti nelle diverse lingue, il Pontefice — come di consueto — ha abbracciato in modo particolare le tante persone con disabilità e alle prese con la malattia.

Tra i presenti all’udienza c’era anche il cardinale Celestino Aós Braco, arcivescovo di Santiago de Chile.

Con un incoraggiamento a rilanciare la missione, il Papa ha accolto le religiose della congregazione delle Serve di Maria Ministre degli infermi, a conclusione del loro xxvi capitolo generale iniziato lo scorso 4 ottobre. Ad accompagnarle le 51 capitolari, la superiora generale, suor Alfonsa Bellido Alós. Nata in un sobborgo di Madrid, a metà dell’Ottocento, per assicurare l’assistenza domiciliare ai malati, questa famiglia religiosa ha mantenuto il carisma originale che il dramma della pandemia ha reso particolarmente attuale. La congregazione delle Ministre degli infermi è presente in molti Paesi di Europa, America, Africa e Asia.

All’udienza era presente anche la redazione albanese di Radio Vaticana - Vatican News, in occasione dei settant’anni dall’inizio di questo servizio, con alcuni collaboratori.

Un saluto particolare il Pontefice ha poi rivolto a tre pellegrini — Paolo, Luca e Lorenzo — arrivati in Aula Paolo vi dopo aver percorso a piedi la Via Romea. «Lorenzo e io siamo partiti da Ravenna il 1° ottobre, aggregandoci a Luca che ha iniziato il cammino dal Brennero» spiega Paolo. «L’esperienza di camminare insieme ha un valore spirituale straordinario» raccontano i tre pellegrini. «La condivisione della fatica e della precarietà — sottolineano — va di pari passo con la riscoperta della bellezza dell’Italia, di quel patrimonio inestimabile che sono i piccoli paesi, e anche della generosità della gente che non esita a spalancare le porte di casa nel gesto dell’accoglienza».

Ha preso parte all’udienza anche una rappresentanza — con la banda musicale — del Comando alleato interforze, la struttura della Nato, con sede a Napoli, che ha «la finalità di perseguire pace e stabilità sia per i Paesi membri sia per il contesto mondiale». In agosto questo organismo ha messo in atto un’operazione per portare in salvo 1.600 afghani. Inoltre la struttura, nel pieno dell’emergenza covid, ha distribuito generi alimentari per la mensa dei poveri nella chiesa di Santa Maria del Carmine, sempre a Napoli.

di Giampaolo Mattei

L'udienza generale