Bailamme

Polvere di stelle

15 ottobre 2021

La notte del 1° ottobre un meteorite è caduto al confine della provincia di Pistoia con quella di Prato. Ed è subito scattata una “caccia al tesoro” alla ricerca di questo piccolo frammento precipitato dal cielo. È il caso di dire che è come trovare un ago nel pagliaio visto che quello che decine di persone stanno cercando, da diversi giorni, in un’area interessata di circa 10 chilometri in lunghezza e uno in larghezza, è una roccia di pochi centimetri di diametro, del peso fra i 30 e i 100 grammi, di colore nero intenso... poco più di un sassolino insomma.

Può far sorridere questa corsa affannosa e quasi disperata alla ricerca di un minuscolo frammento di un corpo celeste ma rivela in realtà qualcosa di più profondo. «Anche questo sassolino è utile» dice il Matto a Gelsomina tenendo in mano un piccolo sasso, nella scena de La Strada di Fellini tanto cara a Papa Francesco, «perché se questo sassolino non ha senso, è inutile, allora tutto è inutile, anche queste stelle nel cielo». Le stelle nel cielo... l’uomo le guarda, da sempre. È l’unico animale in grado di farlo: homo erectus, l’uomo si alza sui suoi due piedi e volge la testa verso il cielo e anche quando riposa non si accovaccia come fanno gli altri animali ma si stende supino e quindi può ammirare la volta celeste. E qui, contemplando nell’oscurità quelle luci che splendono a distanze incommensurabili, l’uomo con-sidera (sta con le stelle) e soprattutto de-sidera (ne avverte la mancanza), come fosse fatto di polvere di stelle. Il desiderio nasce da questo struggimento legato alle stelle. E dal desiderio nasce la poesia, come insegna (tra i mille poeti che hanno cantato alla luna e alle stelle) Leopardi e il suo pastore errante nell’Asia. È molto suggestiva in tale senso una pagina del De Bello Gallico in cui Cesare declina con grande precisione il concetto di “desiderium” (etimologicamente derivato da de sideribus, cioè “dalle stelle”, nel senso che si “sperava di avere qualcosa che venisse dalle stelle”) definendo i suoi soldati “desiderantes” in quanto stavano sotto le stelle ad aspettare quei loro commilitoni, amici, che dopo aver combattuto durante il giorno, non erano ancora tornati. Da qui il significato del verbo desiderare: stare sotto le stelle ed attendere, sentire, alla luce delle stelle, la mancanza di qualcuno, di un amico. E dai legionari di Cesare agli uomini contemporanei il passo è breve, viene da chiedersi infatti se gli uomini di oggi, persi nelle loro città sempre luminose e nella Rete ferocemente trasparente, abbiano perso questo contatto con la luce delle stelle, e ora è come se avvertissero acutamente la mancanza di un amico da aspettare, perché aveva ragione Cesare, le due cose sono sicuramente collegate.

di Andrea Monda