07 ottobre 2021
Sulla prossima Cop26 pesa il “bla bla bla” di Greta Thunberg, voce di una generazione che si è stancata di parole, e pronuncia un j’accuse che non si può relegare tra le intemperanze giovanili. È un grido più che fondato. Sotto accusa è una leadership mondiale che ripete da decenni un rituale di accordi sempre risicati, spesso minati da “retro pensieri” che rendono le decisioni sul clima non solo difficili da definire ma anche, quando sono assunte, incapaci di approdare a una convincente messa in atto. Nel giorno di san Francesco — grande ispiratore di un’etica ambientalista — alcuni leader religiosi e scienziati si sono riuniti intorno al Papa per fare un appello congiunto. Suona come un ultimatum, non meno di quello dei giovani. Se questi ultimi urlano la loro protesta in nome del loro futuro, i leader ...
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