Visti da vicino

Vivere e morire senza avere un volto

Quattro.jpg
05 ottobre 2021
In uno dei suoi libri più belli, Uomini e caporali (originariamente Mondadori, 2008), Alessandro Leogrande racconta la storia di Incoronata Di Nunno, 75 anni, vedova, ex bracciante agricola nei campi intorno a Orta Nova, nel cuore del Tavoliere delle Puglie, che, ogni mattina, si reca al camposanto per portare un fiore al marito. «Ma un giorno — scrive Leogrande — il flusso ordinario delle cose si spezza. Deviando di qualche viottolo dal suo percorso abituale tra i morti, Incoronata si accorge che in un angolo brullo, quello delle tombe più povere, sotto la nuda terra, è sepolto un uomo di cui nessuno sa niente». È uno sconosciuto; non ha un nome né un cognome e, quindi, la donna «inizia a portargli i fiori», fino a fargli costruire una tomba, impiegando i suoi magri risparmi. ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati