Bailamme

Pietà

01 ottobre 2021

Ho visto un uomo a terra, si era appena gettato da un balcone al quarto piano. Una sera d’estate, con l’aria ancora pregna di tiglio e strinire di cicale. Era vestito con calzoncini da jogging, era giovane e forte. L’ho visto a terra, qualcuno era appena sceso dai condominii, attonito, aspettando le volanti e l’ambulanza. Sì, è brutto vedere la morte e raccontarla. La nascondiamo, come se non ci riguardasse mai, in un ospizio o una tendina d’ospedale, in un’urna. Dibattiamo per sottoporla a leggi e regole, per affrettarne le domande ineludibili. È lo scandalo più grande della vita, non ce la meritiamo. Eppure c’è chi la cerca, schiacciato da un dolore espresso o chiuso nell’anima, ancora più subdolo e pericoloso. Ricordo al liceo commentando il suicidio della  Didone virgiliana la classe schierata a metà: chi esaltava il gesto eroico, chi ne sottolineava la viltà. È più eroico sempre scegliere l’essere, e non impadronirci della vita, decidendone la fine. È  più eroica Antigone, è più eroico padre Massimiliano Kolbe, che hanno dato la vita amando ogni attimo di vita. Ma un uomo sconosciuto, che cade da un balcone, cosa temeva, credeva, sperava? Cos’aveva nel cuore e nella mente, che solitudine viveva? Nulla di eroico trapela, dovremmo solo voltare il capo, e sospirare. E invece, in quella strada alle prime luci della notte è corso un brivido, nello sgomento, che ha affratellato e ferito a un tempo, che ha costretto ad approfondire lo sguardo. È comparsa, trascurata e offesa normalmente, la pietà. «Chissà i suoi genitori», «chissà cos’aveva sofferto», poi un segno di croce e  «Allontanate i bambini, quella mamma incinta». Un pezzo di paese nella metropoli frettolosa, un fremito di popolo cristiano, lo si sappia o no,  lo si voglia o no. Ho pensato alle giaculatorie di mia nonna, ripetendo accorata «porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della Tua misericordia».  Ho pensato a Buonconte, consigliere fraudolento, ritratto da Dante nel  xxvii dell’Inferno. Strattonato dal diavolo e portato in cielo da un angelo, chinati su di lui per contendersi la sua anima. Solo una breve paroletta, un’invocazione a Maria, era bastata, perché il buio sanguigno che lo avvolgeva schiudesse l’azzurro del perdono e della vita eterna.

di Monica Mondo