Un’occasione per affrontare le diseguaglianze sanitarie

28 settembre 2021

Grazie per l’opportunità di commentare il workshop che abbiamo appena concluso, che ha esaminato molti aspetti della pandemia di covid-19. In qualità di presidente della Wma, ho avuto il privilegio di far emergere nella discussione il punto di vista del medico.

La gravità del covid ha variato ampiamente, ma la gravità della malattia è stata maggiore in tre grandi categorie: gli anziani, quelli con malattie croniche e alcune delle razze non caucasiche. Questi gruppi hanno registrato tassi più elevati di condizioni gravi e morte in parte a causa della suscettibilità naturale, ma, cosa altrettanto importante, questi sono i gruppi che sperimentano disuguaglianze nell’accesso alle cure anche in tempi non pandemici.

Durante questa pandemia, molti di questi gruppi non hanno avuto accesso a test precoci e cure di supporto o ospedalizzazione quando il loro stadio di malattia lo richiedeva. Questa pandemia ha fatto emergere chiaramente le disuguaglianze sanitarie che esistono e che devono essere affrontate ora.

Gli operatori della salute sono stati colpiti in modo eccezionale da questa pandemia. Nei primi tempi, ci si aspettava spesso che medici e altri operatori sanitari si prendessero cura dei pazienti con covid senza il beneficio di sufficienti dispositivi di protezione individuale, esponendosi così a un grande rischio personale. Mentre continuavano a fornire assistenza a causa della loro dedizione e impegno nei confronti dei pazienti, molti si sono sentiti non supportati o addirittura traditi dai loro ospedali e governi. Di conseguenza molti si sono ammalati e sono deceduti.

Dobbiamo trovare la maniera affinché ogni Paese possa sviluppare scorte e adeguate modalità di approvvigionamento per dispositivi di protezione individuale, ed anche farmaci e forniture necessarie per prendersi cura dei pazienti nei casi di pandemie e durante i disastri naturali o causati dall’uomo.

Un’altra area di azione riguarda la scienza e la ricerca e la condivisione e diffusione delle informazioni. Ancora oggi, a quasi due anni dall’inizio di questa pandemia, continuano ad esserci discussioni e raccomandazioni contrastanti sull’uso di antivirali, anticorpi neutralizzanti, immunomodulatori, corticosteroidi e persino sul supporto respiratorio. In questa era di comunicazione globale in tempo reale, dobbiamo migliorare la nostra collaborazione e comunicazione scientifica.

A meno che o fino a quando una malattia non possa essere trattata efficacemente, la prevenzione è fondamentale. I vaccini offrono questa opportunità di prevenzione. Sebbene gli sforzi per sviluppare e distribuire i vaccini covid siano stati monumentali, i tassi di vaccinazione, specialmente nei Paesi a reddito basso e medio-basso, rimangono penosamente bassi, con tassi di vaccinazione in dozzine di Paesi ancora inferiori al 3% della loro popolazione. Questo è un problema che ha molti fattori. L’accessibilità economica sia a livello nazionale che individuale spiega gran parte della disparità. Inoltre in molti Paesi un contributo significativo alla scarsa diffusione dei vaccini è dato dalla presenza di infrastrutture di somministrazione inadeguate, compresa la logistica e la struttura del sistema sanitario, nonché dall’esitazione vaccinale.

L’ultimo fattore e forse il più difficile da comprendere è l’esitazione vaccinale. Si riscontra in una certa misura in quasi tutti i Paesi ed è anche questo un problema multifattoriale. La velocità con cui i vaccini sono stati sviluppati e le nuove tecnologie che alcuni di essi impiegano, come la tecnologia dell’m rna , hanno indotto molti a considerare i vaccini con una certa apprensione e persino paura. Ciò è stato aggravato dalla rete globale di disinformazione e distorsione riguardo ai rischi e ai benefici del vaccino. Casi di eventi avversi dopo la vaccinazione, la preoccupazione di diminuire l’immunità e la probabile necessità di successivi richiami, hanno contribuito all’esitazione. Presi insieme, questi elementi hanno provocato scetticismo e dubbi riguardo alla “scienza” sui vaccini e riguardo alle raccomandazioni del mondo medico in un modo che non ha precedenti. I medici e gli altri professionisti della salute sono le voci più affidabili. Dobbiamo continuare a promuovere un’informazione valida e trasparente, enfatizzare i benefici del vaccino e continuare a sottolineare il rischio significativamente maggiore della malattia naturale.

La tragedia in questi e altri problemi legati alla pandemia, è che, appunto, molti problemi erano e sono evitabili o correggibili. Si dice che dalle crisi nascono le opportunità. Se è così, una grande crisi dovrebbe portare opportunità ancora maggiori.

Ringrazio monsignor Paglia e la Pav e tutti coloro che hanno partecipato a questo work-shop per il loro impegno a sfruttare la grande opportunità che oggi abbiamo di riunirci per sviluppare soluzioni e proporre azioni concrete, che possono essere intraprese ora per affrontare l'attuale crisi e prepararci in modo più efficace per la prossima.

Grazie per la copertura mediatica di questo evento e per il lavoro molto importante svolto per contrastare la pandemia di covid-19 in corso.

di David Barbe