Ricordo di padre Bernard Sesboué

Un’acuta sensibilità ecumenica

P. Bernard SESBOUE (jésuite) professeur à la faculté de théologie du Centre-Sèvres de Paris. Membre ...
25 settembre 2021

Nato a La Suze-sur-Sarthe, in Francia, nel 1929, entrato nella Compagnia di Gesù nel 1948, ordinato sacerdote nel 1960, il padre Bernard Sesboüé si è spento a Lille il 22 settembre 2021, dopo una vita dedicata all’insegnamento e alla ricerca teologica, costellata da innumerevoli pubblicazioni nel campo della teologia dogmatica e fondamentale.

Alcune di esse sono divenute delle opere di riferimento, spesso in uso nelle Facoltà di Teologia, a motivo della chiarezza pedagogica dell’autore, della ponderazione dei suoi giudizi, dell’equilibrio tra il suo senso della tradizione e la sua apertura alle sollecitazioni e provocazioni del pensiero moderno e post-moderno. Assistente del padre Joseph Moingt, professore alla Facoltà di Teologia di Lyon-Fourvière (1964-1974), poi al Centro Sèvres – Facultés Jésuites de Paris dal 1974, membro della Commissione Teologica Internazionale per un quinquennio, il padre Sesboüé fu uno degli eredi del rinnovamento teologico iniziato in Francia, ancora prima della sua nascita, attraverso personalità come Maurice Blondel, Léonce de Grandmaison o Pierre Rousselot, e fiorita nel tempo della sua gioventù e della sua formazione nella cosiddetta Nouvelle Théologie portata avanti da figure come Yves de Montcheuil, Yves Congar, Marie-Dominique Chenu, Jean Daniélou o Henri de Lubac, prima di accostarsi, nell’ambito tedesco, alla teologia di Karl Rahner, che divenne uno dei suoi maestri. Sulla scia dei primi, Sesboüé operò un ritorno ai Padri della Chiesa, specialmente gli orientali, a cui dedicò varie opere, ricuperò l’attenzione alla dimensione storico-salvifica, nonché narrativa, della fede biblica, in particolare nella sua proposta soteriologica, prese in debita considerazione il contesto storico degli enunciati di fede sull’orizzonte di uno sviluppo del dogma (come quando rifletté sulla formula Extra ecclesiam nulla salus), manifestò una sensibilità ecumenica, specialmente nei riguardi delle varie componenti della Riforma, non solo nei suoi scritti, ma anche attraverso la sua partecipazione al Groupe des Dombes, di cui fu co-presidente cattolico, o al suo ruolo di consultore presso il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Da Karl Rahner, ricavò il desiderio di mettere in risalto l’intelligibilità della fede, la necessità d’integrare, come istanza intrinseca al lavoro della dogmatica, le richieste della teologia fondamentale, e la cosiddetta «svolta antropologica» in teologia. Preoccupato dalla difficoltà odierna a porre l’atto di fede nell’attuale contesto culturale, dedicò varie delle sue opere alla teologia o cristologia fondamentale.

Tra i Padri della Chiesa, due ebbero su di lui un influsso determinante: Ireneo di Lione e Basilio di Cesarea. Il primo, con la sua ripresa dell’idea paolina di ricapitolazione, impresse nella teologia di Sesboüé il cristocentrismo trinitario, il senso di una teologia della storia, una visione benevola dell’uomo nella sua relazione con Cristo. Alla teologia trinitaria del secondo, dedicò la sua tesi, sostenuta alla Gregoriana nel 1979, da cui trasse poi la sua edizione del Contra Eunomium e un ulteriore libro. Basilio segnò la sua attenzione alla prospettiva trinitaria di ogni teologia cristiana, in dialogo con la cultura del proprio tempo, nonché l’impronta pneumatologica, considerata in altri libri del Nostro.

Storico del dogma (curò in particolare i quattro volumi della Storia dei dogmi), studioso della tradizione patristica, il teologo gesuita fu probabilmente uno degli ultimi ad abbracciare, attraverso le sue pubblicazioni, l’intero campo della teologia sistematica. Nelle prime pubblicazioni, spiccava maggiormente la cristologia e la soteriologia. Sesboüé fu, in effetti, un osservatore attento dello sviluppo della cristologia contemporanea, attraverso il «Bulletin de christologie» della rivista «Recherches de Science Religieuse» di cui fu responsabile dal 1968 al 1996, i cui contributi furono raggruppati nel suo libro Les «trente glorieuses» de la christologie. Ma nell’insieme della sua produzione troviamo poi dei contributi che vertono sulla teologia trinitaria e la pneumatologia, l’ecclesiologia (specialmente la questione dei ministeri e l’ecumenismo), la mariologia, la teologia sacramentaria, l’escatologia, la grazia e l’antropologia teologica. Accanto a pubblicazioni scientifiche o di alta divulgazione, seppe anche intervenire in alcuni dibattiti del grande pubblico, come quando rispose alle elucubrazioni pseudo-scientifiche del Da Vinci Code o difese la divinità di Gesù Cristo in risposta al libro popolare di Frédéric Lenoir. Se il suo ultimo libro fu Comprendre l’eucharistie (2020), resta da augurarci che il Signore misericordioso lo accolga in ciò che Louis Bouyer, autore, secondo Sesboüé, di una delle più rilevanti cristologie contemporanee, chiamava «l’eterna eucaristia del Figlio eterno».

*Pontificia Università Gregoriana

di Amaury Begasse
de Dhaem, s.i.*