23 settembre 2021
«N
on è bene che l’uomo sia solo», dice Dio nella prima lettura. Ed è lo stesso pensiero ripreso da Gesù nel Vangelo, per fare una profonda riflessione sull’unione dell’uomo e della donna, e sul matrimonio.
Io, invece, vorrei fermarmi a riflettere sulla solitudine. Leggendo questa pagina del Vangelo, mi è venuta in mente una canzone di Gino Paoli che dice così: «Noi: è la solitudine che se ne va. Noi: è la tristezza che diventa felicità. Noi: sono le tue mani che cercano le mie. Noi: è essere insieme anche quando sono solo. Oggi, domani e ancora quando dirò “Noi” parlerò sempre di te».
È brutta la solitudine! Quante persone — anziani, ammalati, abbandonati, stranieri — vivono soli e isolati, aspettando una parola, un gesto, una ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati