L’Oms conferma il nesso con morti premature e cambiamento climatico

L’inquinamento provoca 7 milioni di vittime l’anno

Farmers are seen as smoke from burning vegetation rises in Brazilian Amazon rainforest near the ...
23 settembre 2021

Ginevra, 23. L’organizzazione mondiale della Sanità afferma il nesso causale fra inquinamento e morti premature: ogni anno sono più di sette milioni le persone che nel mondo muoiono per cause legate al degrado ambientale. E, alla luce di un pericolo più grave di quanto finora stimato, ha abbassato i limiti considerabili compatibili con la salute dell’uomo di una serie di inquinanti: il particolato (pm 10 e pm 2,5), l’ozono, il biossido di azoto, il biossido di zolfo e l’emonossido di carbonio. Il particolato — le polveri sottili e ultrasottili che non si può fare a meno di inalare e che si installano direttamente nell’organismo — è uno degli inquinanti maggiori.

In molti Paesi, tra i quali l’Italia, viene monitorato da centraline che segnalano gli sforamenti quotidiani in base ai vecchi standard (ora ristretti dall’Oms). Sforamenti che sono ripetuti in molte zone del Paese.

Una situazione che appare più grave, alla luce dei più rigidi criteri raccomandati ora alla comunità internazionale. E che dimostra come il problema non sia solo dei Paesi più poveri, ma anche di quelli sviluppati.

L’inquinamento, ha rilevato una nota dell’Oms, «è una delle maggiori minacce ambientali per la salute umana, insieme al cambiamento climatico. Sforzandosi di raggiungere questi livelli guida, i paesi proteggeranno la salute e mitigheranno il cambiamento climatico globale».