Strisce di memorie e di passato

Il catasto e i fantasmi

 Il catasto e i fantasmi  QUO-214
21 settembre 2021
Tutto ha inizio nell’ufficio del catasto di Asiago, 1970. Mario Rigoni Stern è ormai in grigie chiome, convenientemente vestito, polsini e colletto azzimati, da bravo funzionario, perfetto nei quadri dello Stato come il rotismo d’una macchina agricola. È un lavoro noioso, schematico, che paga a data fissa, in esatte lire italiane, non certo in gloria, battimani o scariche d’adrenalina. Eppure, checché se ne dica, è proprio l’impiego più adatto ad un uomo fantasioso (Malvaldi docet): anche Pessoa ha lavorato al catasto, Einstein all’ufficio brevetti, Böll ha fatto il controllore, Bulgakov il medico condotto, Borges il bibliotecario. Del resto, e ancora Malvaldi docet, l’esistenza che non sobbolle nell’ansia di produrre sempre qualcosa di utile, entro i canoni efficientisti, è la più ...

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