Messa celebrata dal cardinale Ravasi e un “punto tifo” allestito a piazza San Pietro

Se la maratona è metafora della vita

 Se la maratona  è metafora della vita  QUO-213
20 settembre 2021

Per strada, tra la gente. Per essere per davvero “fratelli tutti” con le donne e gli uomini di sport. Con questo stile, indicato da Papa Francesco, Athletica Vaticana ha partecipato alla Maratona di Roma, un evento popolare che ha costituto, nel fine settimana, un’opportunità di rilancio per ri-costruire la speranza. Non solo nella comunità sportiva.

Sabato pomeriggio tantissimi maratoneti — amatori e professionisti insieme, con i loro allenatori e familiari — hanno partecipato alla Messa del maratoneta celebrata nella Chiesa degli artisti, nella centralissima piazza del Popolo, dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura. Con lui hanno concelebrato alcuni sacerdoti che, la mattina della domenica, hanno poi corso i 42,195 Km della Maratona romana.

Dando all’esperienza sportiva una dimensione alta — “ascesi” è una parola greca che esprime, in origine, proprio l’attività atletica — il cardinale Ravasi nell’omelia ha ricordato che la liturgia è «un’assemblea di persone che s’incontrano, si guardano negli occhi, si abbracciano, condividono riso e lacrime». Esattamente come fanno gli sportivi. «L’immagine dalla corsa — ha fatto presente — fa parte di tutte le culture perché è una delle parabole della vita che ci sfugge ininterrottamente di mano proprio come accade nel consumarsi dei chilometri durante la Maratona».

Rifacendosi al Vangelo, il cardinale Ravasi ha riproposto l’“icona” di Atletica Vaticana (Simul currebant): la mattina di Pasqua, a Gerusalemme, correvano tutti verso il sepolcro, «incontro al mistero», sia le donne sia Pietro e Giovanni. Ma, ha aggiunto, «il grande cantore della corsa con una meta è l’apostolo Paolo» che nel suo epistolario vi fa più volte preciso riferimento. In conclusione il cardinale Ravasi ha incoraggiato tutti i protagonisti dello sport, a qualsiasi livello, a vivere la loro passione senza mai perdere di vista la dimensione della gratuità e del gioco.

Al termine della celebrazione, il cardinale ha impartito la benedizione agli atleti, attraversando la chiesa, e ha guidato la recita della Preghiera del maratoneta (18 mila immaginette erano nei kit di ogni partecipante), espressione proprio dell’esperienza vissuta, per le strade tra la gente, da Athletica Vaticana.

E proprio per strada, tra la gente, domenica mattina, durante la corsa, per accogliere, sostenere, incoraggiare e far sentire, appunto, “fratelli” i maratoneti, Athletica Vaticana e la Banda musicale della Gendarmeria Vaticana hanno allestito un semplice “punto tifo” in piazza San Pietro. Anche a suon di musica è stato creato, appunto, un clima di fraternità, di festa popolare, spontanea, in amicizia, che ha profondamente emozionato atlete e atleti di tutto il mondo. Tra questi, anche numerosi rappresentanti di Athletica Vaticana che hanno corso spingendo la sedia a rotelle di Sara Vargetto, 13 anni, stando accanto a suo papà Paolo. Per vivere la Maratona anche come concreta metafora di speranza per la vita.

Questo stile verrà rilanciato da Athletica Vaticana anche domani pomeriggio, martedì 21, nel Meeting inclusivo di atletica «We Run Together» che si svolgerà nel Centro sportivo delle Fiamme Gialle a Castelporziano. Gli atleti che hanno gareggiato (e vinto) alle paralimpiadi e alle olimpiadi di Tokyo scenderanno in pista insieme con giovani con sindrome di Down (Special olympics), carcerati e migranti. “Fratelli tutti” per davvero, anche nello sport.

di Giampaolo Mattei